Le parole del direttore sportivo Fabiani lo hanno confermato in panchina, ma l’utilizzo di quell’avverbio temporale fa riflettere
Non è il primo allenatore della Lazio che si trova in questa situazione, probabilmente non sarà l’ultimo. Tudor si trova adesso in una posizione scomoda, in bilico tra l’esigenza per avviare un progetto tecnico strutturato a sua immagine e somiglianza e le necessità del club, che non può permettersi di rivoluzionare totalmente la rosa e buttare nel cestino gli investimenti fatti solo un anno fa.
In particolare Guendouzi e Rovella, due giocatori presi ad esempio da Fabiani nel suo intervento alla radio ufficiale, che il croato dovrà per forza mettere al centro dei suoi pensieri. Il ds è stato chiarissimo, ricordando che al momento del suo arrivo a Roma l’allenatore «sapeva perfettamente quale fosse l’organico con il quale avrebbe lavorato».
Defezioni nella rosa
Allo stesso tempo anche il tecnico era stato altrettanto diretto riguardo la stima riposta in Kamada e sulla sua volontà di proseguire insieme al giapponese anche nella prossima stagione. Alla fine però le cose sono andate diversamente e subito dopo il naufragio della trattativa per il rinnovo del centrocampista, il ds Fabiani lo ha contattato per spiegargli nel dettaglio cosa era accaduto e i motivi che avevano spinto la società a fare un passo indietro.
L’allenatore ne ha preso atto, ha capito le ragioni del club, ma al tempo stesso adesso si aspetta una risposta, dei segnali da Lotito. Ok perdere Kamada, fa parte del gioco, ma a questo punto deve arrivare un giocatore che non lo faccia rimpiangere e che a suo giudizio allo stato attuale non è presente nell’organico già a disposizione.
Un discorso che vale ovviamente anche per altre posizioni del campo, e non solo per ovviare alla partenza di Felipe Anderson e a quella annunciata di Luis Alberto. Servono anche altri rinforzi in posizioni che a livello numerico sarebbero già occupate, ma non ritenute all’altezza o comunque idonee all’idea di calcio di Tudor.
Mercato, servono acquisti
Arriverà molto probabilmente Tchaouna per sostituire “Pipe”, ma ovviamente non può essere sufficiente. Occorrono altri innesti, in un mix tra giovani di spessore e giocatori con esperienza internazionale. Serve anche un attaccante diverso da Castellanos e Immobile, motivo per il quale si parla sempre con maggiore frequenza del 25enne Tijjani Noslin del Verona e del 20enne serbo Samed Bazdar del Partizan Belgrado.
A centrocampo, dopo l’addio di Kamada, il prototipo di regista muscolare che si cerca (e che piacerebbe a Tudor) è quello di Sofyan Amrabat, che non sarà riscattato dal Manchester United e tornerà alla Fiorentina, con la quale è sotto contatto fino a giugno 2025 a uno stipendio inferiore ai 2 milioni di euro (con i Red Devils invece ne ha percepiti 4).
Per quanto riguarda le corsie esterne piace molto Robin Gosens, che potrebbe tornare in Serie A dopo l’esperienza all’Union Berlino. Sul taccuino c’è sempre Emil Holm, classe 2000 svedese, nell’ultima stagione in prestito all’Atalanta dallo Spezia: se non verrà riscattato, i biancocelesti potrebbero tornare su di lui.
Futuro, tutto in bilico
Ci sono tante opportunità, insomma, e il croato si aspetta che arrivi un segnale in tal senso. Vuole capire se c’è ancora piena fiducia in lui e se sarà messo nelle condizioni di lavorare come vuole, nonostante negli ultimi giorni si stiano avvicendando voci di ogni tipo riguardo il futuro sulla panchina biancoceleste.
Si è parlato di Italiano, Palladino, Conceiçao, Allegri e pure di Klose (accompagnato da Parolo). Anche in questo caso tante opzioni, sebbene come sottolineato da Fabiani «Tudor oggi è l’allenatore della Lazio». Oggi, appunto. Domani chissà.