Un sacerdote di Pavia, dopo aver mandato alcuni messaggi su un popolare sito e aver pagato i primi 500 euro per pagare il silenzio della donna, ha deciso di denunciare l’accaduto
Un sito d’incontri, una serie di messaggi e poi la richiesta sempre più insistente di denaro per pagare il suo silenzio, fino alla denuncia per mettere fine a quella che oramai era diventata una vera e propria estorsione. Questa in breve la storia di un parroco di Pavia che aveva conosciuto online una ragazza di nazionalità rumena di 35 anni e, dopo alcuni sms scambiati, si è visto chiedere sempre più soldi per non rivelare quella conversazione alquanto compromettente.
Una chat d’incontri
Una di quelle storie che incuriosiscono soprattutto nelle piccole città dove tutti conoscono tutto di tutti, figuriamoci se poi uno dei due protagonisti è il parroco di una delle parrocchia. Tutto ha inizio nei primi giorni di maggio, quando il sacerdote, navigando su uno dei siti più popolari d’incontri, vede la foto di una giovane donna di nazionalità rumena di 35 anni, Margareta Bolova, che da tempo si era trasferita proprio a Pavia, la stessa città del parroco. Il prelato prova a contattarla inviando al numero telefonico pubblicato sull’annuncio svariati messaggi, che in un primo momento trovano anche riscontro nella donna. Sms sempre più frequenti e insistenti che hanno indotto la donna a intimare al giovane prete, non ancora 40enne, di smettere di molestarla telefonicamente, pretendendo anche una somma di 500 euro per non rendere pubblica la vicenda. “Mi stai molestando e infastidendo”, questa la risposta secca e decisa della donna alla richiesta di denaro per il “fastidio” arrecatole.
Il tentativo d’estorsione
La prima richiesta di denaro viene evasa dal sacerdote che, dopo aver consegnato il pattuito, si vede ricattato dalla richiesta di ulteriori soldi per evitare di essere messo alla gogna. “Sei un religioso, vergognati. Pagami o tappezzo la città con le tue foto“, sono le minacce che il prete riceve dalla donna a quel punto sempre più spregiudicata. L’uomo capisce così di essere oramai vittima di un tentativo di estorsione e che se avesse pagato ancora non ne sarebbe più uscito. Decide di rivolgersi alla polizia e raccontare tutto l’accaduto. Su consiglio dei militari finge di accettare di pagare anche i successivi 500 euro, ma le banconote erano state preventivamente segnate dai poliziotti, che in borghese avevano seguito il sacerdote all’appuntamento e, ad avvenuta consegna, hanno fatto scattare in flagranza l’arresto, poi convalidato dal Gip, che ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di firma in attesa del processo fissato per il prossimo ottobre.