Sanità, la situazione non è per niente rosea: la lettera appello redatta da 50 medici preoccupa tutti e apre diversi interrogativi
Un gruppo di 50 medici, dopo aver osservato l’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) dall’interno, ha lanciato un appello per una riforma radicale del sistema. Questi professionisti, che hanno iniziato il loro percorso all’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma cinquant’anni fa, hanno assistito sia all’ascesa che al declino del SSN. La loro preoccupazione principale è che le attuali politiche sanitarie si concentrino solo sul trattamento dei sintomi piuttosto che affrontare le cause profonde dei problemi.
I cambiamenti demografici e sociali dell’Italia hanno portato a nuove sfide per il SSN, con un aumento dei bisogni sanitari che ricevono risposte spesso inadeguate e disomogenee a seconda delle regioni. Gli autori della lettera mettono in guardia contro l’attuazione dell’autonomia differenziata, temendo possa aggravare ulteriormente le disparità esistenti nel sistema sanitario nazionale.
La proposta dei medici: una “Costituente” per la sanità e il Ssn
La lettera degli esperti non si limita alla critica ma propone anche una soluzione propositiva: la convocazione di Stati generali o una nuova “Costituente” per il SSN. L’obiettivo sarebbe quello di riunire tutte le parti interessate – forze politiche, sociali e sindacali – per elaborare soluzioni concrete e durature che possano correggere i difetti sistemici attuali.
Salvatore Di Giulio, uno dei firmatari della lettera e nefrologo con lunga esperienza presso l’Ospedale San Camillo di Roma, sottolinea come la situazione attuale sia insostenibile. Molti medici sono andati in pensione senza essere sostituiti, mentre i bisogni sanitari della popolazione continuano a crescere esponenzialmente. Di Giulio critica anche l’approccio emergenziale alle liste d’attesa e la mancanza di un programma nazionale per valutare adeguatamente i bisogni sanitari della popolazione. Il problema delle liste d’attesa viene visto dai medici come sintomo piuttosto che causa delle carenze del SSN. Le proposte emergenziali attuali non affrontano le vere questioni alla base delle disparità regionali nel servizio sanitario nazionale né considerano adeguatamente i bisogni reali dei cittadini.
Gli autori dell’appello sottolineano la necessità di un impegno collettivo da parte dello Stato e della società civile per preservare ciò che è stato costruito negli anni nel settore sanitario pubblico italiano. Invocano una mobilitazione generale simile a quella che ha ispirato la Costituzione repubblicana italiana dopo la Seconda Guerra Mondiale: un impegno comune verso un obiettivo più grande di riformare radicalmente il Servizio Sanitario Nazionale affinché possa rispondere efficacemente alle esigenze sanitarie sempre più complesse della popolazione italiana.