Roberto Vannacci, candidato indipendente della Lega alle prossime Europee, alla Stampa Estera si è soffermato su diversi temi molto delicati.
La campagna elettorale entra nel vivo e Roberto Vannacci in questa mattinata è stato protagonista davanti i giornalisti della stampa estera. Il candidato indipendente della Lega ha affrontato diversi temi a partire da quello della guerra in Russia.
“E’ ora di far smettere di far suonare i cannoni e arrivare ad un tavolo negoziale – il pensiero del generale – io sono estremamente positivo e speranzoso. Per arrivare ad una pace bisogna sedersi ad un tavolo e parlare. Non so quanto sia facile quando gli attori si sono trattati con epiteti poco simpatici e quindi non ci sono le condizioni. E’ possibile con il cambio delle cancellerie europee il quadro possa cambiare. Io non credo che Putin sia peggio di Stalin. E se con quest’ultimo siamo stati in grado di arrivare ad una tregua durata più di 60 anni, allora si può fare con chiunque“.
Vannacci sui migranti
Non solo la Russia. In questa conferenza stampa Vannacci ha affrontato altri temi molto delicati come quelli dei migranti. Il candidato della Lega si è detto d’accordo sul fatto che queste tragedie in mare devono finire e l’unico modo per lui è quello di non farli partire.
Per Vannacci un commento anche sul Pride: “Si tratta di una manifestazione dove rivendicano il loro orgoglio e sarebbe bello che questo lo facessero anche altre categorie nella stessa maniera. Abbiamo per esempio tantissimi anziani nella nostra società, ma non fanno una parata per rivendicare l’orgoglio geriatrico. Assolutamente concorde che gli omosessuali abbiano la loro autonomia. Mai avuto nulla contro di loro e non sono omofobo“.
“La mia sospensione? Mi sono sentito abbandonato”
Vannacci in conferenza stampa si è soffermato anche sulla sospensione dopo la pubblicazione del suo libro: “In qualche modo me l’aspettavo perché era un procedimento iniziato molto prima. Ancora oggi non ho capito i motivi di questa decisione. Se io avessi usato espressioni pensalmente rilevanti, sarei stato condannato da un tribunale civile. Non ho capito bene cosa si sia criticato. Io mi sono sentito in parte abbandonato dalla mia leadership e forse è anche questo che in parte mi ha spinto a scendere in politica”.
Video a cura della nostra inviata Luigia Luciani