E’ allarme rosso in tema di inquinamento ambientale e non solo per le plastiche e i carburanti: sono sempre di più infatti gli animali ‘sballati’
Gli esperti lanciano l’allarme sulla crescente contaminazione degli ecosistemi acquatici, causata dall’inquinamento farmaceutico e dalle sostanze stupefacenti.
Questa emergenza ambientale sta avendo effetti preoccupanti sulla fauna selvatica, con casi di pesci che sviluppano dipendenze da sostanze come la metanfetamina o subiscono cambiamenti comportamentali a causa dell’esposizione a farmaci antidepressivi.
La presenza di farmaci nell’ambiente sta causando una serie di effetti inaspettati sugli animali. Tra questi, troviamo trote che diventano dipendenti dalla metanfetamina e pesci persici europei che perdono la loro naturale avversione per i predatori a causa dell’esposizione agli antidepressivi.
Altri esempi includono pesciolini ansiosi per l’assunzione di caffeina e specie che sperimentano inversioni sessuali dopo essere state esposte all’estrogeno sintetico delle pillole anticoncezionali. Di fronte a questa situazione allarmante, un gruppo di scienziati ha lanciato un appello attraverso le pagine di ‘Nature Sustainability’, chiedendo la progettazione di farmaci più ecologici. L’obiettivo è mantenere l’efficacia dei medicinali riducendo al contempo il loro impatto ambientale. La contaminazione pervasiva degli ecosistemi richiede una risposta urgente per proteggere la biodiversità.
La contaminazione degli ambienti acquatici avviene principalmente attraverso due percorsi: lo scarico inadeguato dei rifiuti farmaceutici durante la produzione e l’escrezione umana dei principii attivi non completamente metabolizzati dal corpo. Sostanze come caffeina, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici e droghe illegali stanno entrando negli ecosistemi con conseguenze devastanti sulla fauna selvatica.
Lo studio cita il caso dell’antinfiammatorio diclofenac in Asia meridionale che ha portato alla quasi estinzione degli avvoltoi in India, evidenziando come l’inquinamento da antibiotici stia contribuendo alla resistenza antimicrobica nei microbi. Queste situazioni dimostrano gli effetti a catena dell’inquinamento da sostanze chimiche sull’ambiente.
Gli autori dello studio fanno appello agli sviluppatori di farmaci affinché adottino pratiche più sostenibili nella produzione dei medicinalis. È essenziale progettare prodotti che siano non solo efficaci dal punto di vista terapeutico ma anche sicuri per l’ambiente. La sfida è ridurre il potenziale inquinante lungo tutto il ciclo produttivo dei medicinalis.
In tutto questo, mentre gli scienziati continuano a monitorare gli effetti dell’inquinamento da sostanze chimiche sugli ‘animalis selvaticis’, diventa sempre più chiaro quanto sia urgente ripensare le nostre pratiche produttive per salvaguardare gli equilibri ‘naturalis’ del nostro pianeta.