Un uomo in libertà vigilata ha ucciso a coltellate il proprio sorvegliante ed è stato arrestato: l’ultimo precedente è di 60 anni fa
In Giappone, più precisamente a Otsu nella prefettura di Shiga, un uomo di 35 anni è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la propria guardia di sorveglianza. Il suo nome è Kohei Iitsuka e dal 2019 viveva agli arrestati domiciliari. Il tribunale distrettuale cittadino lo aveva condannato a tre anni di prigione, sospesi per cinque con libertà vigilata, a seguito di un incidente in cui aveva puntato un coltello contro il commesso di un minimarket con lo scopo di sottrarre i soldi dalla cassa. Una pena che non era così distante dal termine, per lo meno prima di quest’ultimo avvenimento.
Nonostante le smentite, l’indagato attualmente si trova in custodia cautelare in attesa di ulteriori sviluppi nelle indagini. Per quanto riguarda la vittima questa è riconducibile a Hiroshi Shinjo, un addetto alla sorveglianza dal 2006, su base volontaria. Si tratta dell’uomo che aveva sostenuto in sede giuridica la riabilitazione di Iitsuka e si era proposto lui stesso per controllarlo. Una scelta lodevole che purtroppo non lo ha ripagato. Il suo cadavere è stato ritrovato lo scorso maggio nella propria abitazione con lesioni gravi per tutto il corpo. L’autopsia ha scoperto che è stato pugnalato almeno 10 volte nella parte superiore del corpo.
Un solo precedente in 60 anni
Stando alle prime ricostruzioni, riportate anche dai media locali, Shinjo la sera del suo decesso era di ritorno dal ristorante di proprietà e si stava per dirigere a casa del sospettato. Una meta che, però, non è mai riuscito a raggiungere. Intercettato dentro casa propria, è stato tragicamente ucciso con una violenza e una cattiveria inaudite. Le accuse delle autorità non si sono, però, rivolte immediatamente a Iitsuka o, per lo meno, non nei due giorni che hanno preceduto la sua cattura. A cambiare volto a questo caso sarebbe stato il ritrovamento del trentacinquenne in giro in piena notte quarantotto ore dopo l’uccisione.
Questo portava con sé un grosso coltello che, secondo quanto riportando dall’isola asiatica, avrebbe provato a giustificare spiegando di averlo trovato durante un’escursione. Una scusa non credibile che inevitabilmente lo ha condotto dietro le sbarre, dove resterà fino alla sentenza del giudice. Mettendo mano tra i registri del Ministero della Giustizia, si viene a scoprire che l’ultima volta che in Giappone un agente di sorveglianza è stato ucciso da qualcuno che stava supervisionando risale al 1964. Ben 60 anni fa. Un dettaglio che rende questo episodio oltre che macabro, in qualche modo anche storico.