Gabriele Natalizia in esclusiva ai nostri microfoni dopo il crollo di Macron: “Le scelte fatte dal presidente nelle ultime settimane avevano un obiettivo preciso”.
Il vero scossone dopo le Europee è avvenuto in Francia. Crollo improvviso da parte di Macron (il suo partito ha ottenuto oltre 16 punti in meno rispetto alla Le Pen) ed elezioni anticipate. Il presidente, infatti, ha deciso di sciogliere il Parlamento e convocare il voto per il 30 giugno (primo turno) e 7 luglio (secondo turno).
Elezioni che da un lato potrebbero ribaltare il risultato delle Europee e rafforzare la sua presidenza, ma dall’altro portare Rassemblement National alla guida del Parlamento. Di questo noi ne abbiamo parlato in esclusiva con Gabriele Natalizia, professore di Relazioni internazionali all’Università Sapienza di Roma e coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info.
Gabriele Natalizia, in Francia alle ultime Europee c’è stato il crollo di Macron. Risultato prevedibile alla vigilia?
“Il giorno dopo è facile parlare di risultato prevedibile. Sicuramente nelle ultime settimane Macron ha fatto scelte ben precise per recuperare voti al centro o sottrarli ai gollisti perché i sondaggi confermavano una crescita importante del partito della Le Pen“.
Quali sono queste scelte?
“Per esempio enfatizzare la potenza militare francese anche con un tono abbastanza nazionalista. Un qualcosa di davvero sorprendente se si pensa che per due anni la Francia è stato il Paese con l’approccio più morbido sull’Ucraina. Oppure la decisione di organizzare una conferenza su Kiev a pochi giorni dal G7 in Italia“.
Il 30 giugno e il 7 luglio sono in programma le elezioni. Cosa potrebbe cambiare per la Francia?
“Il ragionamento di Macron è chiaro: diamo ai francesi quello che vogliono e facciamo ‘bruciare’ Rassemblement National. La decisione di sciogliere le Camere, infatti, porterà ad una vittoria della Le Pen. E fra tre anni alle presidenziali il suo partito potrà scaricare alcune colpe delle cose che non vanno proprio sul nuovo governo. Il ritorno al voto in Francia, quindi, impone due strade: tutto il mondo politico francese si mobilita e aiuta Macron a vincere le elezioni oppure Le Pen va al governo, si sporca le mani, rischia di fare errori e nel 2027 il candidato dell’attuale partito del presidente scarica le colpe delle cose che non vanno nel Paese su Rassemblement National”.
Le elezioni europee potrebbero portare ad un cambiamento di posizione dell’Unione Europa sulla guerra in Ucraina?
“Penso di no. Vincono alcuni partiti che hanno una forte posizione di sostegno con l’Ucraina. Penso al governo italiano oppure all’opposizione tedesca. In Francia perde una forza politica che fino a qualche mese fa aveva tenuto una linea molto morbida e il successo va a Le Pen, considerata da sempre vicina a Mosca. Possiamo dire che è un Parlamento meno Kiev entusiasta, ma non credo ci saranno particolari variazioni“.
A proposito di Germania, il crollo di Scholz porterà ad elezioni?
“Difficile dirlo. Non si parla di elezioni come in Francia. Ma possiamo dire che Scholz esce ancora più debole di quanto lo era prima del voto. Il grande risultato che possiamo evidenziare è questo: il governo che arriva più forte al prossimo G7 è proprio quello italiano“.
Ci dobbiamo aspettare un cambio nei rapporti tra Usa ed Europa?
“Il rapporto Europa-America difficilmente sarà modificato da questo risultato. Non è un terremoto. E’ vero che sono emerse le destre più estreme, ma si va anche verso una conferma della von der Leyen. Sui rapporti transatlantici peseranno più le elezioni del 5 novembre. Di certo ora gli Stati Uniti, considerando anche quanto successo in Francia e Germania, dovranno rivolgersi all’Italia oltre che alla presidente della Commissione“.