E’ di 250 milioni la spesa delle famiglie per i compiti per le vacanze, ma il pediatra dice la sua sulla necessità di investire in attività alternative.
L’estate porta con sé non solo il caldo e le vacanze ma anche la questione annuale dei compiti assegnati agli studenti. Secondo il pediatra Italo Farnetani, le famiglie italiane si trovano di fronte a una spesa non indifferente per assicurare che i loro figli possano completare i compiti estivi. Si stima che circa 250 milioni di euro verranno destinati all’acquisto di libri e materiali didattici, un costo medio di 40 euro a studente considerando i circa 6 milioni di alunni coinvolti.
Farnetani propone una riflessione critica sull’utilizzo delle risorse economiche destinate ai compiti per le vacanze. L’esperto suggerisce che tali fondi potrebbero essere impiegati in maniera più proficua, ad esempio investendoli in corsi di nuoto.
Questa alternativa non solo contribuirebbe a migliorare la sicurezza dei bambini in acqua ma offrirebbe anche benefici dal punto di vista dell’attività fisica e della socializzazione. Il pediatra sottolinea l’importanza cruciale dell’apprendimento del nuoto tra i più giovani. In Italia, paese circondato dal mare e ricco di fiumi e laghi, saper nuotare dovrebbe essere considerato una competenza essenziale per la sicurezza personale. Tuttavia, molti bambini e ragazzi mostrano lacune significative in questo ambito, esponendosi a rischi evitabili.
La pratica dei compiti estivi comporta un onere economico notevole per le famiglie italiane. Sebbene esistano soluzioni meno costose online, la spesa rimane significativa soprattutto per le famiglie con più figli. Farnetani invita quindi a riflettere sulla possibilità di destinare questi fondi ad attività alternative che possano arricchire l’esperienza estiva dei bambini sotto molteplici aspetti.
Secondo Farnetani, investire in corsi di nuoto rappresenta solo uno degli aspetti attraverso cui è possibile valorizzare al meglio le risorse destinate ai compiti estivi. Portare i bambini al mare o in piscina più frequentemente durante l’estate può avere effetti positivi sia sul loro benessere fisico sia sulla loro capacità di socializzare. Allo stesso modo, incoraggiarli a partecipare ad altre attività ricreative come ascoltare musica o mangiare una pizza con gli amici può contribuire significativamente allo sviluppo della loro psiche.
La tradizione dei compiti estivi continua a pesare sulle spalle delle famiglie italiane sia dal punto di vista economico sia logistico, ma nonostante questo emerge chiaramente dalla visione del pediatra Italo Farnetani l’esigenza di ripensarne l’utilità e l’impatto sui giovani studenti. Riorientando gli investimenti verso attività come il nuoto, si potrebbe non solo migliorare la sicurezza dei bambini ma anche promuovere uno stile vita più attivo e sociale durante i mesi estivi.