Due bambini, mentre erano a caccia con il nonno, si sono persi nel bosco dove hanno resistito per 4 giorni prima del loro ritrovamento
Sembra una storia perfetta per un film americano. Uno di quelli angosciosi, ma a tratti anche eroici e con un finale lieto che rende piĂš leggera la trama. Eppure, quello che è accaduto in Russia è un episodio reale che ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di persone. I protagonisti della vicenda sono due bambini: Grisha e Kilpa Krepp, due fratelli rispettivamente di 12 e 10 anni. Si erano recai a pesca insieme al nonno e ai loro due beagle, quando a un certo punto sono spariti. Lâuomo si è trovato da solo e terrorizzato si è messo a cercarle senza alcun risultato.
Tornato a casa ha lanciato lâallarme. Le ricerche sono partite immediatamente e hanno chiamato in causa circa 650 persone. In gruppi separati hanno perlustrato il bosco per quattro giorni, fino a quando non sono riusciti a ritrovarli. I bambini erano abbracciati, infreddoliti e in compagnia dei due cani che hanno vegliato su di loro per tutto il tempo. Portate in ospedale dove sono stati curati, hanno raccontato della loro sopravvivenza e, in particolar modo, di un incontro prima con un branco di lupi e poi con un orso. In preda alla paura, sono state salvate dai loro amici a quattro zampe che, abbaiando, hanno fatto fuggire i minacciosi animali.
Unâavventura terrificante, ma alla quale sono riusciti arditamente a sopravvivere. La loro forza dâanimo era ben nota nella famiglia, la stessa madre quando li ha potuti riabbracciare gli ha detto: âNon ero preoccupata, credevo in voi. Sapevo che stavate beneâ â prima di fare mea culpa â âNon avrei dovuto lasciarli soli con il nonno, ma ero a lavoro in cittĂ â. Le loro condizioni, però, non erano delle migliori. I primi esame in ospedale hanno rivelato che erano in uno stato di ipotermia, causato dalle fredde temperature russe, di disidratazione e piene di punture di insetti.
Fortunatamente non sono mai stati in pericolo di vita. La loro esperienza ai margini dei centri abitati gli ha permesso di sviluppare una capacitĂ di sopravvivenza non indifferente. Basti pensare che hanno confessato che, per superare la fame, hanno avuto lâardore di mangiarsi alcune uova di quaglia che avevano trovato in un nido. Il soccorritore che li ha ritrovati â Igor Grekov â ha, inoltre, raccontato di non aver notato nei loro volti paura, ma solo la soddisfazione di aver finalmente rivisto un essere umano dopo giorni di agonia: âStavamo girando per la zona su due quad quando abbiamo trovato i bambini. Erano calmiâ.