Massimo Galli in esclusiva ai nostri microfoni: “Gli ultimi dati a disposizione ci dicono che anche in Italia sono stati riscontrati casi di aviaria”.
Dopo l’allarme lanciato dall’epidemiologo americano e gli ultimi casi registrati in tutto il mondo, l’Unione Europea ha deciso di firmare un maxi contratto per il vaccino contro l’aviaria.
Secondo quanto riferito da TgCom24, l’accordo prevede l’arrivo di 665mila dosi, che saranno destinate esclusivamente alle persone più esposte a contrarre il virus (veterinari e persone che lavorano negli allevamenti avicoli). Il contratto prevede la possibilità anche di procurarsi altre 40 milioni di dosi. Di questo noi ne abbiamo parlato in esclusiva con Massimo Galli, in prima fila in questi anni nella lotta contro il Covid.
Galli: “Aviaria? Nel mondo abbiamo 850 casi di infezione umana documentata”
Professor Galli, l’aviaria è ritornata a spaventare il mondo. Esiste un pericolo anche in Italia?
“Gli ultimi dati ci dicono che il virus è stato riscontrato in sei allevamenti italiani. Quindi anche da noi stiamo ricominciando ad avere un problema con l’H5N1. E dobbiamo dire che non è stato riscontrato solamente nel pollame. Nel mio ultimo libro ho svelato la presenta di contagi nei gatti e in altri tipi di animali. Da dire che i primi casi di aviaria si sono registrati nel 1997. Ad oggi abbiamo 850 casi di infezione umana documentata e la metà di questi si sono rivelati mortali. Però bisogna sottolineare che non si è mai verificata una trasmissione tra persone significativa“.
L’Ue ha firmato un maxi contratto per il vaccino contro l’aviaria. Scelta giusta?
“Il fatto di assicurarsi dall’Ue il vaccino ha senso ed è giustificato per la protezione delle persone esposte professionalmente. Visto che qui si continuano ad avere in casi di infezione in tutto il mondo, è giusto che gli individui a contatto con questi uccelli negli allenamenti possano essere protette“.
Secondo Lei si arriverà ad un vaccino per tutti?
“E’ completamente una logica diversa. Era forse sbagliato quando nei primi anni 2000 ci fu una presa di posizione sulla possibilità di avere stock di vaccinazione per tutti. Questo era comunque giustificato dal fatto che si pensava all’umanizzazione del virus poi mai avvenuta. Se naturalmente ci dovesse essere una trasformazione e aumentare la trasmissione da persona a persona, allora niente vieta che si possa autorizzare l’immunizzazione l’intera popolazione, ma per questo passaggio ci sono tempi e modi. Allo stato attuale è giusto proteggere gli addetti ai lavori“.