Anche quest’anno l’estate “vera” è in arrivo, ma con essa aumentano i rischi di punture da api e vespe e altro
Con l’avvicinarsi dell’estate, cresce il rischio di incontri ravvicinati con api, vespe e calabroni. Questo periodo dell’anno segna un picco nelle attività di questi insetti, aumentando così le probabilità di punture che possono variare in gravità dal semplice prurito fino allo shock anafilattico.
La fine della primavera e l’inizio dell’estate sono i momenti in cui si registra il maggior numero di punture da parte di imenotteri aculeati.
Il caldo crescente spinge questi insetti fuori dai loro nidi alla ricerca di cibo, mentre gli esseri umani tendono a trascorrere più tempo all’aperto con indosso vestiti più leggeri, esponendosi maggiormente al rischio. Gennaro Di Prisco, ricercatore presso l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp), evidenzia come le reazioni alle punture possano variare notevolmente in gravità.
Tra gli imenotteri aculeati troviamo le api da miele, molte specie di api selvatiche meno aggressive e solitarie, oltre a vespe e calabroni. Le api da miele presentano un rischio particolare poiché muoiono dopo aver punguto lasciando il pungiglione nella pelle che rilascia feromoni capaci di attrarre altre api al luogo della puntura. Di Prisco sottolinea come alcune categorie professionali come apicoltori o agricoltori siano particolarmente esposte.
Le zone vicino ai nidi rappresentano i luoghi più pericolosi per via del rischio elevato di subire multiple punture contemporaneamente. Questa situazione può portare a una maggiore quantità di veleno iniettato nell’organismo con conseguenze potenzialmente gravi soprattutto per chi soffre di allergie specifiche verso il veleno degli insetti. Le allergie al veleno degli imenotteri variano significativamente tra loro richiedendo vaccini preventivi specifici per ogni gruppo d’insetto. Lo shock anafilattico può manifestarsi anche in individui non precedentemente allergici entro 10-15 minuti dalla puntura rendendo necessaria un’intervento immediato con adrenalina.
Di Prisco conclude ponendo enfasi sulla necessità di considerare gli effetti dei cambiamenti climatici sul comportamento degli insetti aculeati. L’aumento delle temperature potrebbe infatti modificare i pattern stagionali delle attività degli imenotteri intensificando ulteriormente i rischi associati alle loro punture durante i mesi estivi. Mentre ci avviciniamo ai mesi più caldi dell’anno è importante essere consapevoli dei potenziali pericoli legati alle punture d’insetto. La conoscenza dei comportamenti degli imenotteri aculeati insieme alla prevenzione attraverso vaccinazioni specifiche può aiutare a ridurre significativamente il rischio associato a queste interazioni indesiderate con la natura.