La frase di uno dei Guru del web ha mandato nel panico milioni di persone ed ora sono in tanti ad interrogarsi su quello che sta accadendo
In un mondo in rapida evoluzione tecnologica, l’intelligenza artificiale (AI) sta diventando sempre più una realtà tangibile nelle nostre vite quotidiane. Salvatore Aranzulla, noto esperto di tecnologia e fondatore del popolare sito Aranzulla.it, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sul futuro del lavoro in relazione all’avanzamento dell’AI. Durante un podcast con Gianluca Gazzoli di Bsmt, Aranzulla ha espresso preoccupazioni significative riguardo al potenziale impatto dell’AI sui posti di lavoro.
Aranzulla sottolinea come già oggi il 50% dei lavori d’ufficio possa essere considerato superfluo e come questa percentuale possa salire fino al 93% con l’avvento dell’AI. La questione centrale sollevata dall’esperto riguarda il futuro delle professioni e cosa faranno le persone nei prossimi cinque o dieci anni. In particolare, egli mette in discussione la rilevanza futura di siti web come il suo in un contesto dove l’intelligenza artificiale potrebbe fornire risposte precise e puntuali alle domande degli utenti.
Il Guru Aranzulla: se l’Ai continua di questo passo, cosa faranno le persone nei prossimi 5-10 anni?
Aranzulla si interroga sul destino dei lavoratori in vari settori, evidenziando come molti report stimino altissime probabilità di sostituzione dei dipendenti da parte delle macchine. Questo scenario solleva dubbi profondi sul senso della vita quotidiana e sulla ricerca di uno scopo se gran parte delle attività lavorative venissero automatizzate dall’intelligenza artificiale.
Secondo uno studio dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, nei prossimi dieci anni l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire fino a 3,8 milioni di posti di lavoro solo in Italia. Sebbene grandi imprese abbiano già avviato progetti AI, piccole e medie imprese sembrano ancora indietro nella sperimentazione e nell’applicazione dell’intelligenza artificiale. Questa transizione suscita timore tra i lavoratori italiani che vedono nell’AI una minaccia per la propria occupazione.
Di fronte a questi cambiamenti radicali nel mondo del lavoro causati dall’avventura dell’intelligenza artificiale, è diventato essenziale un intervento normativo per regolamentare l’utilizzo dell’AI. L’Unione Europea si è mossa in questa direzione con l’Ai Act che mira a definire chiaramente cosa sia considerato intelligenza artificiale e quali siano i limiti etici ed operativi entro cui essa può operare. Questa legislazione rappresenta un passaggio cruciale verso una gestione responsabile delle tecnologie AI garantendo allo stesso tempo innovazione e sicurezza per i cittadini europei.
Mentre ci avviciniamo a una nuova era dominata dall’intelligenza artificiale, le riflessioni espresse da Salvatore Aranzulla evidenziano la necessità urgente di ripensare non solo al nostro rapporto con il lavoro ma anche alla struttura stessa della nostra società per garantire che nessuno venga lasciato indietro nella corsa verso il progresso tecnologico.