Caos in un ospedale dove i medici sono stati accusati di aver diagnosticato il cancro a pazienti non malate, sottoponendoli alla chemio
Pesanti accuse rischiano di mettere in pessima luce uno degli ospedali più importanti del Belgio. Lo ZNA Cadix di Anversa è stato accusato di aver diagnosticato il cancro a una paziente, sbagliando però il referto medico. Secondo quanto riporta la redazione di GVA, i radiologi avrebbero analizzato in maniera errata un linfoma creatosi in una delle persone che si erano recate presso la struttura per sottoporsi a dei controlli. Il linfoma è una ghiandola ingrossata. Questa potrebbe essere causata da una infiammazione o, nei casi più gravi, da un cancro. Un’ipotesi che, stando a quanto scrivono i giornalisti belgi, sarebbe stata data per certa da alcuni dottori dell’istituto.
Questi, in seguito a degli esami – forse condotti anche su più pazienti -, avrebbero avuto la certezza che si trattasse di un cancro. Un errore che, se dovessero trovare conferma le indiscrezioni, sarebbe di una gravità inaudita. Il problema, infatti, non si limiterebbe alla sola diagnosi, che potrebbe limitare il tutto a un semplice spavento, ma all’avvio di cicli di chemioterapia a cui sarebbero stati sottoposti. Una cura invadente e stressante che rischia di compromettere ulteriormente la loro situazione già complicata, ottenendo l’esito opposto rispetto a quello che si auspicavano.
L’ospedale difende i propri medici
Queste notizie hanno ricevuto immediatamente la smentita da parte dei dirigenti ospedalieri che, con un comunicato inviato a HLN, hanno voluto fare il punto: “Nella diagnosi e nel follow-up del cancro, il radiologo è solo un ingranaggio di una grande macchina, rappresenta solo uno dei tanti specialisti coinvolti” – spiegano – “Il patologo determina se un linfoma è maligno sulla base dell’esame dei tessuti. Il radiologo, invece, si occupa solo di sottolineare che la ghiandola è ingrossata. Altri specialisti poi danno ulteriori chiarimenti su quanto rilevato dai due precedenti“. Un lavoro di squadra, dunque, che non può direzionare le accuse solamente verso uno dei membri del team: “Se viene diagnosticato un linfoma, ciò non significa automaticamente che il paziente abbia un cancro” continua lo ZNA Cadix:
“E se il paziente ha il cancro, ciò non significa necessariamente che si inizi sempre la chemioterapia. L’inizio di un determinato trattamento viene deciso da medici di diverse discipline, sulla base di motli elementi. La dimensione del linfoma ha un ruolo limitato nel processo decisionale“. Per quanto riguarda le indagini in corso: “Per responsabilità legale e riservatezza medica dei pazienti, non possiamo entrare nei dettagli in questo momento. Ci dispiace che negli ultimi giorni qualcuno abbia affermato di non conoscere il dossier, per poi parlarne apertamente. C’è chi non ha basi mediche e lancia accuse gravi basate su interpretazioni errate“.