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Ambiente, facciamo attenzione: sulle microplastiche circolano i virus

Published by
Alessandro Righi

L’alert ambientale arriva direttamente da uno studio pubblicato su Nature Water: a bordo delle microplastiche virus e segni di resistenza antibiotici

Le microplastiche, minuscole particelle di plastica disperse nell’ambiente, sono diventate involontari vettori di una carica microbiologica preoccupante. Questi frammenti, non più grandi di pochi millimetri, si rivelano essere veri e propri habitat galleggianti per un’ampia varietà di organismi microscopici, tra cui virus e batteri.

Microplastiche -Ansa-Notizie.com

La scoperta che queste particelle possano facilitare la diffusione della resistenza agli antibiotici aggiunge un ulteriore livello di allarme alla già nota problematica ambientale.

Microplastiche: la scoperta della “plastisfera”

Il concetto di “plastisfera” è stato introdotto da Linda Amaral-Zettler del Marine Biological Laboratory (Mbl), che ha descritto per la prima volta questo fenomeno osservando le comunità microbiche che prosperano sulla superficie delle microplastiche. Queste comunità sono sorprendentemente ricche e diversificate, comprendendo alghe, protozoi, funghi e batteri. Il termine “plastisfera” sottolinea l’idea che questi aggregati plastici formino un vero e proprio ambiente ecologico a sé stante.

Studio sulle Microplastiche -Ansa-Notizie.com

Un recente studio pubblicato su ‘Nature Water’ ha approfondito il ruolo delle microplastiche nella diffusione dei virus. I ricercatori hanno dimostrato come queste particelle offrano una nicchia ideale per i virus, facilitando le interazioni con i loro ospiti batterici e promuovendo la trasmissione orizzontale dei geni responsabili della resistenza agli antibiotici. Tale meccanismo rappresenta una minaccia significativa per la salute pubblica in quanto potrebbe accelerare la diffusione della resistenza antimicrobica attraverso ambienti naturalmente privi di tale problema.

Per comprendere meglio il fenomeno, gli autori dello studio hanno condotto sequenziamenti viromici su campioni di polietilene e polipropilene raccolti lungo un fiume. L’analisi ha rivelato che specifiche famiglie batteriche erano i principali ospiti dei virus presenti sulle microplastiche. Tuttavia, solo una piccola percentuale delle variazioni virali poteva essere direttamente associata a queste comunità batteriche. Ciò suggerisce che le dinamiche tra virus e ospiti sulle superfici plastiche possono essere complesse e non ancora completamente comprese.

Particolarmente preoccupante è stata l’identificazione nei genomi virali (e in quelli dei loro ospiti) di geni legati alla resistenza agli antibiotici e ai metalli pesanti. Questo indica chiaramente che le microplastiche possono agire da catalizzatori nel processo di trasferimento genico orizzontale tra differenti specie microbiali. Tale fenomeno potrebbe avere ripercussioni dirette sulla salute umana aumentando il rischio legato all’utilizzo degli antibiotici.

Lo studio evidenzia l’importanza cruciale del monitoraggio continuativo delle comunità virali associate alle microplastiche nell’ambiente acquatico. Comprendere i fattori trainanti della distribuzione virale su questi supporti è essenziale per valutare correttamente il rischio associato alla presenza ubiquitaria delle plastiche nei nostri mari ed fiumei.
La ricerca mette in luce come le interfacce create dalle superficie plastiche possano servire da incubatrici improvvisate per patogeni capaci d’introdurre nuovi elementi d’inquietudine nel già delicato equilibrio degli ecosistemi naturali.

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Alessandro Righi