Il Primo Ministro d’Israele esce allo scoperto come non mai su quanto accade in Medio Oriente e su quello che si sta facendo: “La nostra è una guerra di civiltà…”
Non finirà mai. E’ questo quel che viene da pensare, sentendo e ascoltando bene le parole che pronuncia Netanyahu qualche giorno dopo la pausa strategica per l’affondo su Gaza e sulle altre regioni. Non fa che ribadirlo e sottolinearlo ogni volta, ma al quotidiano Repubblica è ancora più chiaro e, per certi versi più pesante. “Occorre che voi Occidentali capiate bene che questa è una guerra di civiltà. Israele è in prima linea”, le parole del leader d’Israele, ancora per il momento e fino a quando non ci saranno nuove elezioni che sono chieste a gran voce dal popolo, nonostante si sia ancora e per chissà quanto tempo in guerra. “La vittoria del nostro popolo contro il terrorismo sarà anche la vostra“, ribatte il premier israeliano Benjamin Netanyahu riferendosi ad Hamas e a tutti quelli che l’appoggiano.
Per Netanyahu non ci sono sbocchi o speranze di alcun genere, tanto che sembra che tutto quello che si sta facendo e tentando di fare a livello diplomatico e internazionale, lascia un po’ il tempo che trova. E lo si evince dalle parole dure del Premier d’Israele che forse così chiaro e netto non lo era mai stato, tanto che vede così i futuri assetti nella regione: “Lo Stato ebraico di Israele, con i suoi cittadini non ebrei aventi gli stessi diritti, continuerà a sopravvivere e a prosperare”.
Sul destino dei palestinesi, il Primo Ministro non ha dubbi e lo dice apertamente, tanto per capire, anche se usa diversi giri di parole, le cose non cambieranno granché alla fine di questa guerra, sempre se mai finirà: “I palestinesi che vivono nei territori controllati da loro, avranno tutti i poteri per autogovernarsi, ma nessun potere di minacciarci. E questo significa che in un prossimo futuro Israele dovrà mantenere il controllo della sicurezza, dal Giordano al mare“. Insomma, terminato il conflitto, i palestinesi potranno eleggere e governare da soli, ma sempre sotto controllo d’Israele, tanto che Netanyahu sottolinea: “Se abbandonassimo il controllo che abbiamo sulla Giudea e la Samaria (la Cisgiordania, ndr), l’Iran se ne impossesserebbe subito, tramite Hamas o altri gruppi islamisti“.
E’ pronto, e non lo nasconde affatto, anzi secondo alcuni esperti internazionali è quello il suo unico vero obiettivo, al quale sta lavorando dal 7 ottobre, ovvero quello di aprire un fronte anche contro il Libano: “Hezbollah, invece, bombarda tutti i giorni. Questa crisi può risolversi soltanto in due modi: con la diplomazia o con la guerra. Non dico altro“. Infine l’attacco a Spagna, Irlanda e Norvegia e generalmente a tutti coloro che avranno intenzione di riconoscere uno Stato di Palestina: “Lo Stato palestinese non esiste e quei tre Paesi hanno ricompensato Hamas per i massacri del 7 ottobre 2023. Ciò equivale a un fallimento morale e intellettuale dei governi di quei tre Paesi europei“