Neanche il coma è riuscito a suscitare rimorsi a Sulaiman Ataee, l’aggressore che a Mannheim ha ucciso un poliziotto e ferito altre persone
Lo scorso 31 maggio, presso la piazza del mercato di Mannheim, in Germania, un uomo armato di coltello ha ucciso il capo della polizia Rouven Laur, di 29 anni, per poi aggredire cinque persone, tra cui il critico islamico Michael Stürzenberger. L’autore di questo scellerato gesto è Sulaiman Ataee, un ragazzo di 25 anni di origine afghana, che ha scatenato il panico in città, trasmettendo il tutto in una diretta su YouTube. Un’azione incomprensibile e che non sarebbe legata a motivazioni religiose, sventata dall’intervento di un poliziotto che lo ha colpito all’altezza della pancia con un proiettile per fermare la sua ira omicida.
Stando a quanto riportano i media tedeschi, restano ignoti i motivi che lo hanno spinto a comportarsi in questo modo. Amici, vicini e persino le autorità hanno descritto Ataee come un cittadino assolutamente disponibile. Un venticinquenne educato e gradevole che aveva lavorato duramente per sviluppare una buona conoscenza del tedesco. Sposatosi in Germania, aveva da poco ottenuto il permesso di soggiorno fino al 2026, ma di recente – raccontano alcuni residenti che vivano nel suo complesso – avrebbe iniziato a cambiare atteggiamento, diventando sempre più ostile. Un cambiamento anche questo inspiegabile e che inevitabilmente ha a che vedere con quanto accaduto a Mannheim.
Finito in coma dopo il colpo subito all’addome dall’agente di polizia, Ataee si è risvegliato nelle scorse ore. La sua prima preoccupazione era inerente la gamba. Secondo quanto riporta la Bild, i medici hanno raccontato che sentiva molto dolore e non riusciva a muoverla: “Quando è uscito dal coma farmacologico, non sentiva più la gamba sinistra” – ha detto un portavoce – “Durante la complessa operazione per rimuovere il proiettile della polizia dall’arteria addominale, probabilmente la sua gamba è rimasta ferita. Ma è un miracolo che i medici siano riusciti a portare a termine con successo questa pericolosa operazione“.
Un miracolo, però, del quale l’assassino non sembrerebbe essere riconoscente. Alcuni infermieri del reparto di terapia intensiva dov’è tutt’ora ricoverato, hanno raccontato che anche a distanza di quasi un mese la sua violenza è rimasta immutata: “È molto ostile nei confronti del personale e chiede di essere dimesso dall’ospedale“, spiegano prima di aggiungere un altro dettaglio. A domanda diretta, infatti, l’uomo ha ammesso di non essere assolutamente pentito di quanto fatto, ma continua a mantenere il segreto sulle motivazioni: “Non sembra pentirsi delle sue azioni“, spiegano rassegnati ai microfoni del quotidiano tedesco dalla struttura ospedaliera.