A Notizie.com uno dei procuratori più importanti spiega la sua visione su quello che sarà e che dovrebbe essere: “Dopo Italia-Spagna come si fa non sradicare tutto e cercare nuovi talenti…”
“Che mercato sarà? Il solito o meglio Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma e via così, chi più chi meno, farà i colpi che dovrà fare, con qualcuna di loro che sarà costretto a farne di più perché deve rilanciarsi, ma sarà sempre un mercato all’insegna del virtuosismo, ancora di più rispetto all’anno scorso e a due anni fa….“. E’ il parere di uno dei procuratori più noti del calcio italiano Andrea D’Amico che a Notizie.com ha cercato di fare una panoramica generale su quanto sta accadendo e quanto accadrà nelle prossime settimane. Parte già con un punto fermo che era il decreto crescita, anche perché D’Amico è uno di quei procuratori che cerca di lavorare maggiormente con i giocatori del nostro paese, ma anche per una questione di rilancio. “A voi sembra giusto che un calciatore straniero potesse avere dei vantaggi fiscali e un italiano o un giovane no? A me sembrava un’ingiustizia e hanno fatto bene a toglierla, capisco le società ma ci sono cose che si possono fare altre che non si possono più accettare…“, le parole di D’Amico.
Per D’Amico non esistono mezze misure e prova ancora una volta a puntare i piedi per far capire quanto sia importante avere coraggio nelle scelte e profondità anche e soprattutto nelle vedute e ribadisce: “Avendo visto Italia-Spagna e avendo visto la differenza non tanto nel gioco, ma tra i giocatori, ma perché secondo voi noi a calcio non ci sappiamo giocare? I ragazzi che crescono nei nostri vivai non possono essere altrettanto bravi? Certo che lo possono essere, ma vanno fatti giocare, ci vuole coraggio, invece ci mettiamo a fare difficoltà e a stopparli quando devono e possono spiccare il volo….”.
La riflessione di Andrea D’Amico è reale e allo stesso tempo amara, col mercato alle porte: “Non credo che cambierà tanto, ma è un peccato vedere così tanti bravi talenti che si perdono perché non giocano e non trovano spazio, non avete idea di quanti ce ne sono che possono essere determinanti e diventare importanti, ma non vengono seguiti e si perdono“.
Le scelte da fare non sono facili, ma per D’Amico la risposta è una sola e andrebbe rivolta ad altre situazioni e a Notizie.com spiega: “Chiedete alle società il motivo per cui i giovani ad un certo punto si fermano, magari non tutti ma la maggior parte sì, qualcuno potrebbe giocare serenamente in serie A ma bisogna andare a farsi le ossa, si dice, la verità e che a volte sono quasi un peso e vengono inseriti in contropartite o mandati in squadre dove crescono poco o vengono utilizzati male. E’ una questione di cultura e programmazione, altri paesi osano, noi aspettiamo e non facciamo niente…”