Il direttore di un albergo si è rifiutato di ospitare un cittadino israeliano per la sua nazionalità: arriva l’intervento dell’ambasciata
Il problema di quando scoppiano conflitti come quello tra Russia e Ucraina o, soprattutto, tra Israele e Palestina non si limita solo ai terrori della guerra. Ai morti civili e militari, ai danni economici, alla spietatezza e i crimini di chi ha scelto di ‘risolvere’ la situazione imbracciando i fucili. Spesso queste guerre hanno delle ripercussioni sociali sicuramente sui diretti interessati, ma anche in tutto il resto del pianeta. In questo senso, quello che sta accadendo sulla striscia di Gaza è da decenni motivo di scontro nel mondo. Sul piano politico e civile le due fazioni si ritrovano spesso a rivendicare le proprie ragioni.
Talvolta questo avviene arrivando a delle azioni che vengono ritenute simboliche o punitive, ma risultano essere solo fuori luogo. Basta condividere la stessa nazionalità o gli stessi pensieri della fazione ostile per rischiare di essere vittima di ingiustizie da parte di altre persone. Si crea così un conflitto nel conflitto che sicuramente non farà ricorso ad armi, ma che comunque è capace di ferire e colpire chi chi ha modi di vivere e pensare differenti dall’altro. Di recente una situazione analoga, avvenuta in Giappone, ha portato a un caso nazionale tra l’ambasciata, il governo e un albergo.
Il fatto è avvenuto nella Capitale, a Tokyo. Qui il direttore di un albergo ha deciso di non ospitare un uomo di nazionalità israeliana. La motivazione espressa dall’hotel è basata su presunti legami tra questo e l’esercito del suo paese, impegnato nella guerra nella Striscia di Gaza. Una decisione non condivisa chiaramente dal diretto interessato, ma alla quale si è opposta anche la stessa città che ha informato l’Hotel Material – del quartiere di Higashiyama – che un’azione del genere viola una legge che impedisce agli hotel e ad altre strutture di rifiutarsi di accogliere i visitatori. Tutto questo, ovviamente, tranne in circostanze speciali.
Anche e soprattutto l’ambasciata israeliana a Tokyo ha duramente criticato l’incidente. Questo è stato definito “un chiaro caso di discriminazione che non è in linea con il diritto commerciale della nazione”. In una dichiarazione rilasciata venerdì dall’ambasciatore, hanno aggiunto: “Questo grave fatto sembra essere dovuto alle opinioni politiche personali di un dipendente ed è inaccettabile. È fondamentale che l’hotel prenda sul serio la questione per prevenire ulteriori danni e sostenere i valori di rispetto e uguaglianza“. Una linea che ha sposato anche il governo giapponese con il Ministro degli Esteri Yoko Kamikawa che ha definito “inaccettabile rifiutare un alloggio sulla base della provenienza”.