A parlare è il presidente degli immobiliaristi italiani che lancia un appello: “La città ha avuto un danno enorme, gli investitori internazionali sono fuggiti”
Una corsa contro il tempo. Un problema di cui si parla poco ma che è altrettanto importante per capire quanti e quali danni ha provocato nel tempo l’abuso d’ufficio e grazie al quale tante procure hanno avviato indagini su diverse situazioni, bloccando cantieri, appalti e anche finanziamenti. A lanciare l’allarme su Milano, capitale degli investimenti edilizi e una sorta di faro per le altre, almeno per gli investitori stranieri, è Federico Oriana, presidente di Aspesi, l’associazione che riunisce gli sviluppatori immobiliari italiani. Un settore immobile, completamente fermo. E in un’intervista a Il Giornale, spiega: “L’onda in questo momento sta colpendo gli sviluppatori e i promotori-costruttori. La seconda ondata si abbatterà sulle imprese edilizie che realizzano in appalto le operazioni, mentre la terza colpirà il mondo industriale. In questo momento ammontano a 5 miliardi gli investimenti immobiliari fermi“.
Eppure c’era stato da poco un emendamento che era stato chiamato “Salva Milano” proprio per dare un impulso diverso, ribattezzato da tanti, come Regina De Albertis una sorta di vero e proprio “Salva futuro”, ma alla fine non è che si sia rivelato così importante e fondamentale, almeno per Oriana: “La crisi non si risolve di siuro con l’entrata in vigore di un decreto o di un’udienza in tribunale, qui si è fermato il motore a Natale 2023 e non basterà un decreto legge per farlo ripartire“.
Il presidente Oriana cerca di spiegarsi meglio e cerca di approfondire il problema sul quale tanti stanno sottovalutando la situazione: “Prevediamo che se viene risolta subito la situazione e in modo ottimale, con l’emendamento, e il Comune di Milano scrive immediatamente le determine con le indicazioni per gli uffici di adeguarsi alla nuova norma, riprendendo le attività autorizzative, ci sarà stato globalmente un anno di blocco. La macchina tornerà a regime nel gennaio 2025“.