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Tecnologia

Cambio di rotta: Meta ha bloccato “l’addestramento” dell’IA

Published by
Alessandro Righi

Meta ha cambiato idea e dopo le grandissime polemiche dei giorni scorsi, ha deciso di bloccare l’uso di dati nell’addestramento dell’IA

In una svolta inaspettata, Meta ha annunciato la sospensione delle sue operazioni che prevedevano l’utilizzo dei dati degli utenti europei di Facebook e Instagram per addestrare sistemi di intelligenza artificiale. La decisione del gruppo sull’Ia arriva in seguito alle crescenti pressioni da parte degli enti regolatori dell’Unione Europea, che hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy e alla protezione dei dati personali.

Zuckemberg e Meta -Ansa- Notizie.com

La controversia ha avuto inizio quando la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) e il Centro Europeo per i Diritti Digitali (Noyb) hanno interrogato la legittimità dell’utilizzo da parte di Meta dei cosiddetti “interessi legittimi” come base giuridica per il trattamento dei dati personali. Sebbene inizialmente la DPC avesse dato il suo benestare ai piani di Meta, le successive critiche hanno costretto l’autorità a rivedere la sua posizione.

Meta blocca l’IA: troppe le preoccupazioni dei garanti sulla privacy

Meta aveva delineato ambiziosi progetti per implementare nuove funzionalità basate sull’intelligenza artificiale all’interno dell’Unione Europea, promettendo miglioramenti significativi nell’esperienza utente attraverso servizi personalizzati. Tuttavia, il metodo proposto da Meta per raccogliere e trattare i dati degli utenti ha suscitato notevoli dubbi sulla sua conformità con le stringenti normative europee sulla privacy, in particolare con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Meta blocca l’Ia-Ansa- Notizie.com

Una delle maggiori critiche mosse a Meta riguardava il tentativo dell’azienda di bypassare l’obbligo del consenso esplicito da parte degli utenti, optando invece per un meccanismo di opt-out temporaneamente disponibile fino al 26 giugno. Questa strategia è stata interpretata come un tentativo da parte dell’azienda di accumulare quanta più informazione possibile prima della scadenza del termine, utilizzando tecniche considerate poco trasparenti o addirittura ingannevoli.

L’iniziativa di sospendere i piani relativamente all’utilizzo dei dati degli utenti europei è stata accolta con favore dal Noyb e dalla comunità digitale più ampia. Max Schrems, presidente del Noyb, pur esprimendo soddisfazione per questo sviluppo positivo, ha evidenziato che la battaglia non è ancora conclusa. La vigilanza rimane alta fino a quando non verranno apportate modifiche concrete e vincolanti alle politiche sulla privacy adottate da Meta che riflettano pienamente lo spirito della sospensione annunciata.

Quello che sta accadendo mette in evidenza le sfide sempre più complesse poste dall’avanzamento tecnologico nel rispetto delle normative vigenti sulla privacy. La decisione presa da Meta potrebbe segnare un importante precedente nel modo in cui le grandi aziende tecnologiche gestiscono i dati personali degli utenti nell’UE, ponendo nuovi standard nella tutela della privacy digitale.

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Alessandro Righi