Il professore Verzichelli in esclusiva ai nostri microfoni: “Il centrosinistra compatto può competere con la destra, ma c’è un problema”.
Amministrative, premierato, autonomia e von der Leyen-bis. Questi sono i temi più dibattuti all’interno del mondo politico e che noi abbiamo affrontato in esclusiva con Luca Verzichelli, presidente della Società italiana di Scienza Politica (Sisp) e professore ordinario dell’Università di Siena.
Professor Verzichelli, partirei proprio dalle amministrative. Si aspettava risultati simili?
“Era abbastanza prevedibile qualche problema di tenuta complessiva nel centrodestra. Francamente si tratta anche di un logoramento normale. Il successo personale della Meloni e la tenuta complessiva di Forza Italia alle Europee nascondevano un limite strutturale della coalizione. Se a questo sommiamo che non tutti i candidati hanno fatto benissimo, ci si poteva immaginare una flessione anche se questa è davvero minima. Non farei salti di gioia se fossi nella sinistra e non mi batterei il petto se fossi nella maggioranza“.
A proposito di sinistra, queste amministrative hanno confermato che solo uniti si può battere il centrodestra. Secondo Lei Conte, anche dopo il flop europeo, darà il via libera alla Schlein come leader di una ipotetica coalizione allargata?
“Difficile dare una risposta. C’è una discussione, se non un vero e proprio regolamento di conti, all’interno dei 5Stelle. Se passa la posizione di Conte si potrebbe riaprire il discorso del campo largo. Se a vincere, invece, sono quelli che mettono in dubbio la leadership attuale dopo il flop delle Europee si potrebbe tornare alla posizione iniziale del MoVimento. In generale l’hanno capito tutti che contro la destra si vince solo se si è compatti. Ma obiettivamente ci sono posizioni lontane e difficili da mettere d’accordo“.
Parlando di governo, la maggioranza prosegue per la sua strada su premierato e autonomia. Il percorso troverà degli ostacoli oppure alla fine ci sarà il via libera al referendum?
“Al momento sull’autonomia direi che ci sono problemi di ordine tecnico e qualcosa può essere corretta. La vicenda delle prestazioni minime non è chiara. E diciamo che c’è da capire bene la questione delle politiche che potrebbero passare in mano alle regioni. Ma penso che alla fine si arriverà ad una riforma condivisa o a un ripensamento sui due temi detti in precedenza. Sul premierato, invece, mi sembra una battaglia del tutto politica. Io credo che gli italiani hanno più volte difeso il parlamentarismo e lo faranno anche questa volta. Sono abbastanza elevate le possibilità che la riforma non supererà il referendum“.
L’eventuale bocciatura avrà delle conseguenze sul governo?
“Penso di no. Qui il premier Meloni ha fatto bene a confermare la volontà di andare avanti anche con una sconfitta. Da parte sua c’è stato un atteggiamento serio e non vedo perché si debba dimettere. Berlusconi ha perso un referendum e due anni dopo vinto alla grande le elezioni. E’ il gioco della democrazia“.
Settimana decisiva per il von der Leyen-bis. Ci sarà l’appoggio del premier Meloni?
“Non credo che assisteremo ad un appoggio diretto del gruppo capeggiato dalla Meloni. Penso che ci possa essere un rifiuto di mettere in campo un candidato diverso se l’attuale maggioranza rinunci a cercare altre spalle e prosegua con numeri risicati magari puntando di volta in volta sull’appoggio delle forze politiche guidate dal nostro premier“.