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Curiosità

Scimpanzé, la scoperta lascia tutti a bocca aperta: sanno curarsi da soli

Published by
Alessandro Righi

La scoperta ha lasciato tutti di stucco eppure i risultati della ricerca non lasciano dubbi: gli scimpanzé sanno curarsi da soli

In un mondo dove la ricerca di nuove soluzioni farmacologiche è costantemente alla ricerca di nuovi orizzonti, gli scimpanzé selvatici ci offrono una lezione preziosa. Recentemente, uno studio pubblicato su ‘Plos One’ da Elodie Freymann e colleghi dell’università di Oxford ha rivelato come questi primati siano capaci di selezionare specifiche piante medicinali per curare malattie o ferite, dimostrando una conoscenza empirica delle proprietà terapeutiche della flora che li circonda.

Scimpanzé farmacologi -Ansa- Notizie.com

La ricerca ha monitorato il comportamento alimentare e curativo di 51 scimpanzé comuni (Pan troglodytes) nella Budongo Central Forest Reserve in Uganda, scoprendo che la scelta delle piante non è casuale ma mirata a trattare specifiche condizioni. Gli estratti di 13 specie vegetali sono stati analizzati per le loro virtù antinfiammatorie e antibiotiche, con risultati sorprendenti: l’88% degli estratti inibiva la crescita batterica e il 33% presentava proprietà antinfiammatorie.

Gli scimpanzé sanno curarsi grazie alla loro conoscenza delle piante

Tra le piante testate, il legno morto dell’albero Dogbane (Alstonia boonei) ha mostrato notevoli attività antibiotiche e antinfiammatorie. Altre piante come la corteccia del mogano dell’Africa orientale (Khaya anthotheca) e le foglie della felce Christella parasitica hanno evidenziato potenti effetti antinfiammatori. Queste scoperte suggeriscono che gli scimpanzé ricercano consapevolmente queste piante per i loro effetti benefici sulla salute.

Piante medicinali -Ansa- Notizie.com

L’osservazione diretta degli scimpanzé utilizzare queste piante in modo selettivo fornisce una prova comportamentale del loro sapere farmacologico. Ad esempio, uno scimpanzé con una mano ferita è stato visto cercare attivamente foglie di felce per alleviare dolore e gonfiore, mentre un altro affetto da un’infezione parassitaria consumava corteccia di Scutia myrtina per combatterla.

Questo studio non solo getta luce sulle abilità mediche degli scimpanzé ma apre anche nuove prospettive per la ricerca farmaceutica umana. Le piante utilizzate dagli scimpanzé potrebbero rivelarsi fonti preziose per lo sviluppo di nuovi farmaci capaci di affrontare sfide come i batteri resistenti agli antibiotici o le malattie infiammatorie croniche.

Gli autori dello studio sottolineano l’importanza della conservazione delle foreste tropicali non solo come habitat essenziale per molte specie ma anche come riserve invaluableibili di biodiversità con potenziale medicinale ancora tutto da esplorare. Osservando e imparando dai nostri “cugini” primati possiamo accelerare la scoperta di nuove terapie efficaci contro patologie moderne, proteggendo al contempo gli ambienti naturali che rendono possibile questa conoscenza ancestrale.

Di certo gli scimpanzé con questa scoperta ci insegnano che nella natura esistono soluzioni efficaci ai problemi sanitari; sta a noi imparare a riconoscerle ed utilizzarle responsabilmente, preservando l’inestimabile patrimonio delle nostre foreste tropicali.

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Alessandro Righi