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Curiosità

Demenza, scoperti dei farmaci ‘impensabili’ che svoltano ogni cosa: il nuovo studio fa sperare tutti

Published by
Valentina Giungati

Un nuovo studio presenta in forma totalmente diversa i farmaci per la demenza che potranno essere assunti da tutti.

Una svolta senza precedenti nel trattamento di una patologia che colpisce milioni di pazienti in tutto il mondo e che grava pesantemente non solo sulla vita delle persone che ne soffrono ma anche dei loro familiari.

Demenza, i farmaci di largo consumo la bloccano: il nuovo studio (notizie.com)

Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti fondamentali e questo nuovo studio è altrettanto valido perché sfrutta la capacità di farmaci impensabili e di uso comune che nessuno mai penserebbe associabili a questo tipo di condizione medica. Si tratta di un vantaggio incredibile in termini di tempistiche e una svolta per il futuro.

Demenza, i farmaci di largo consumo la bloccano: il nuovo studio

L’ultimo studio in materia riguarda l’Iowa Health Care degli Stati Uniti che ha individuato farmaci in grado di trattare la demenza. Come riportato sulla rivista Neurology è stato fatto un esame non di prodotto specifici, nati quindi per questa condizione, ma su farmaci che in realtà sono già in commercio e ampiamente utilizzati solo che vengono adottati per altre condizioni cliniche.

Cosa dice il nuovo studio sulla demenza (notizie.com)

Questa è una svolta perché chiaramente viene meno la necessità di compiere i comuni iter per validare il prodotto in quanto questi sono già fruibili da tutti e quindi permetterebbe di dare una risposta concreta e immediata al problema. I responsabili dello studio hanno individuato una connessione tra i prodotti impiegati per l’ingrossamento della prostata e la demenza, analizzando varie forme di malattia.

Questi prodotti si sono dimostrati efficaci nel trattare e ridurre la patologia. I risultati sono, secondo il team, veramente promettenti, si tratta di una scoperta rivoluzionaria in questo ambito. La demenza è la seconda malattia neurodegenerativa, dopo il morbo di Alzheimer, ad avere impatto sulla popolazione. Lo studio ha preso in esame i pazienti di sesso maschile che utilizzavano questo principio attivo per l’ingrossamento della prostata.

Nello specifico le analisi hanno dimostrato che terazosina, doxazosina, alfuzosina possono bloccare la morte delle cellule cerebrali perché attivano un enzima che invece serve per la produzione dell’energia che le mantiene in vita. Quindi non solo ne impediscono la fine ma ne potenziano le facoltà. Nei pazienti che usavano abitualmente questi prodotti si è riscontrato il 37% in meno di possibilità di soffrire della malattia.

Da questo punto saranno svolte ricerche per estendere il loro impiego e anche determinare esattamente cosa genera la reazione e quindi l’effetto stesso, al fine di sviluppare un medicinale da impiegare unicamente sulla demenza.

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Valentina Giungati