Per salvare i rinoceronti dal bracconaggio alcuni scienziati hanno trovato un liquido radioattivo che dovrebbe renderne inutile l’uccisione
Il Sud Africa ospita un’importate quantità di rinoceronti. Tuttavia, questo animale è in via di estinzione a causa del bracconaggio che lo prende di mira. Il corno in avorio, infatti, è considerato un materiale pregiato che è protagonista di un commercio illegale che arricchisce questi cacciatori. Utilizzato anche a scopi medici, la sua vendita non è più accettata a causa dell’elevato numero di esemplari che muoiono quotidianamente e che di conseguenza mina la loro esistenza sul pianeta. I numeri su questi maestosi animali sono inquietanti e, per questa ragione, da tempo si cercano soluzioni per limitare i bracconieri e invogliarli a rinunciare.
Secondo il Dipartimento dell’Ambiente sudafricano, lo scorso anno nel paese sono stati uccisi 499 individui. Il professor James Larkin dell’Università di Witwatersrand, che sta guidando un progetto di ricerca per porre fine a questa pratica, ha rivelato che: “Ogni 20 ore un rinoceronte in Sud Africa muore per il suo corno” – rivela – “Sono una delle merci più preziose che hanno sul mercato nero; un valore più alto dell’oro, del platino, dei diamanti e pure della cocaina. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di cercare di svalutare il corno di rinoceronte, rendendo allo stesso tempo più facile individuarli quando vengono contrabbandati oltre i confini“.
Il liquido radioattivo
Proprio in questa direzione si instaurano gli studi dell’istituto universitario che, negli ultimi tempi, avrebbero fatto passi da gigante. Questi hanno scoperto che il bracconaggio potrebbe essere contrastato per mezzo di materiale radioattivo. Nulla di pericoloso o lesivo, sia chiaro. La pratica consiste nell’iniettare all’interno del rinoceronte un liquido che renda inutile il possesso dei corni. Il professore Nithaya Chetty spiega che, così facendo: “Il corno diventa effettivamente velenoso per il consumo umano”. Non solo. Qualora, infatti, qualcuno dovesse comunque decidere di tentare, il liquido radioattivo dovrebbe garantire che vengano rilevati alla dogana dai sistemi di rilevamento nucleare.
Questi controlli sono presenti in migliaia di porti e aeroporti in tutto il mondo per combattere il terrorismo nucleare. La ricerca è iniziata nel 2021 con il nome di “The Rhisotope Project”, oggi si troverebbe alle sue fasi finali. Il materiale sarebbe stato già testato su alcuni rinoceronti che, come previsto dalle analisi, non hanno accusato la presenza nel loro corpo di questa minuscola, ma sufficiente, quantità di liquido. Questi saranno monitorati ulteriormente per 24 ore su 24, prima di poter espandere l’operazione anche ad altri esemplari. La pratica andrà ripetuta ogni cinque anni, quando l’efficacità verrà meno.