In un mondo sempre più digitalizzato, la sicurezza online dei giovani è diventata ormai una priorità assoluta: troppe le vittime in rete
L’iniziativa “Nei panni di Caino per capire e difendere le ragioni di Abele”, promossa dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza in collaborazione con l’Università “Sapienza” di Roma, mira a sensibilizzare gli adolescenti sui rischi della rete attraverso l’utilizzo innovativo della realtà virtuale.
La giornata conclusiva del progetto si è tenuta alla Scuola Superiore di Polizia, alla presenza del Prefetto Vittorio Pisani, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. Questa iniziativa rappresenta un tentativo concreto di creare un dialogo tra le forze dell’ordine e i giovani, specialmente quelli che vivono in contesti ad alto rischio devianza e criminalità. Il coinvolgimento diretto degli studenti attraverso percorsi educativi mirati alla prevenzione dei comportamenti antisociali ha segnato un passaggio fondamentale verso la comprensione delle dinamiche illegali.
Grazie all’intervento degli operatori della Polizia di Stato e del team di psicologi dell’Università “Sapienza”, sono stati sviluppati percorsi formativi che hanno sfruttato la realtà virtuale per immergere i ragazzi in scenari virtuali costruiti ad hoc. Questa metodologia ha permesso ai partecipanti di vivere emozioni profonde ed empatiche nei confronti delle situazioni simulate, favorendo una maggiore consapevolezza dei rischi legati alla criminalità e al comportamento antisociale.
L’esito dell’iniziativa è stato sorprendente: il 89,1% dei partecipanti ha riconosciuto il concreto rischio per i coetanei di diventare vittime online. Tuttavia, quando interrogati sulla percezione personale del rischio, solo il 54% lo ha valutato come medio-alto. È emerso anche un forte senso di empatia soprattutto tra le ragazze che hanno mostrato maggiore preoccupazione per la possibilità che amici o coetanei possano scambiare confidenze o immagini private con sconosciuti online.
Durante l’evento sono intervenuti personalità note come Manuel Bortuzzo e Alessandro Celli che hanno condiviso le loro esperienze sull’utilizzo della realtà virtuale come strumento educativo. Le testimonianze raccolte dai partecipanti evidenziano quanto questa esperienza abbia lascito un segno profondo nella loro percezione dei rischi associati all’uso improprio delle tecnologie digitali.
L’iniziativa “Nei panni di Caino” rappresenta un esempio significativo dell’impegno delle istituzioni nel promuovere una cultura digitale basata sulla legalità e sul rispetto reciproco tra gli utenti online. La collaborazione tra entità governative, accademiche e civili dimostra l’importanza dell’unione delle forze nella lotta contro la devianza giovanile e nell’educazione verso una cittadinanza digitale responsabile.
Questo progetto non solo ha aperto nuove vie nel campo dell’educazione alla sicurezza digitale ma ha anche dimostrato quanto sia cruciale investire nelle nuove generazioni affinché possano navigare nel vasto mare d’internet con saggezza e prudenza.