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Assolto dopo violenza sessuale: lei ha impiegato troppo tempo a reagire

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Alessandro Righi

La notizia arriva da Milano e ha lasciato tutti senza parole: criminale assolto da accusa di violenza sessuale perchè lei ha reagito tardi

La Corte di Appello di Milano ha recentemente confermato la sentenza di assoluzione per un sindacalista accusato di violenza sessuale, sollevando polemiche e dibattiti sulla percezione e gestione della violenza contro le donne in Italia. La decisione giudiziaria si basa sulla valutazione del tempo di reazione della vittima, ritenuto “eccessivo”.

violenza sessuale -Ansa- Notizie.com

Il caso risale al gennaio 2022 quando il Tribunale di Busto Arsizio pronunciò l’assoluzione dell’uomo, sostenendo che l’hostess avrebbe manifestato il proprio dissenso all’aggressione sessuale solo dopo venti secondi dall’inizio dell’atto, un intervallo considerato troppo lungo per configurare una reazione coerente con la dinamica della violenza subita. Questa interpretazione dei fatti è stata confermata dalla Corte d’Appello milanese nonostante l’appello presentato dalla Procura e dall’avvocata Maria Teresa Manente.

Assolto dopo violenza sessuale: le reazioni delle associazioni sono durissime

L’avvocata Manente, rappresentante legale dell’associazione Differenza Donna che ha seguito il caso, ha espresso profondo disappunto per la sentenza annunciando ricorso in Cassazione. Secondo Manente, tale decisione ignora anni di giurisprudenza che identificano chiaramente ogni atto sessuale non consensuale come violenza sessuale. L’esigenza urgente sottolineata è quella di una riforma legislativa che chiarisca inequivocabilmente questo principio in linea con quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul.

tribunale -Ansa- Notizie.com

La vicenda mette in evidenzia la necessità impellente di aggiornare l’articolo 609 bis del Codice Penale italiano affinché rifletta adeguatamente la presunzione del dissenso femminile in assenza di un esplicito consenso agli atti sessuali. Questo cambiamento normativo è stato raccomandato anche dal comitato Cedaw nelle sue osservazioni all’Italia nel 2022. Elisa Ercoli, presidente dell’associazione Differenza Donna, critica aspramente la legge 66/96 definendola fonte di “violenze istituzionali” contro le donne che cercano giustizia dopo aver subito uno stupro. La richiesta è quella di una nuova legislatura che garantisca parametri evoluti e più equi nella gestione delle denunce per stupro.

Il caso ha suscitato indignazione anche tra i politici italiani. Luana Zanella, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei Deputati, esprime incredulità verso una sentenza basata su criteri così discutibili come il tempo impiegato dalla vittima a reagire all’aggressione. Zanella enfatizza come tale logica alimenti una cultura della violenza maschile nei confronti delle donne. Questa sentenza riaccende il dibattito sulla protezione delle vittime di violenze sessuali e sull’importanza cruciale del consenso nell’ambito degli atti sessuali. La controversia sollevata da questo caso evidenzia l’esigenza pressante non solo di rivedere alcune normative ma anche l’approccio culturale e giudiziario verso tali crimini.

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