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Archeologia: ‘grande scoperta nella villa romana di Lio Piccolo’

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Alessandro Righi

Archeologia: nella villa romana di Lio Piccolo, qualche giorno fa sono stati scoperti ‘cubicula’ di servi e schiavi

La storia dell’archeologia italiana si arricchisce di un nuovo, significativo capitolo grazie alle recenti scoperte effettuate nella villa romana di Lio Piccolo, una frazione del comune di Cavallino-Treporti, situata nella pittoresca Laguna Veneta. Gli scavi hanno portato alla luce i cosiddetti ‘cubicula’, piccole stanze che offrono uno sguardo inedito sulla vita quotidiana dei servi e degli schiavi in epoca romana.

Villa romana di Lio Piccolo -Ansa- Notizie.com

La novità emerge dall’ultima campagna di scavo, brillantemente conclusa il 29 giugno sotto la direzione del professor Diego Calaon e della professoressa Daniela Cottica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Queste stanze, misurando poco meno di 3 metri per lato, erano destinate al riposo e al servizio dei servi e degli schiavi che lavoravano all’interno della villa.

Archeologia: con la scoperta svelate le caratteristiche dei ‘cubicula’

Nonostante la mancanza dei muri perimetrali in alzato che rende difficile ricostruire completamente l’aspetto originario delle stanze, è chiaro che le aperture – le finestre – dovevano essere ridotte al minimo per far passare luce ed aria. Ciò nonostante, la presenza numerosa di frammenti di lucerne suggerisce come l’illuminazione fosse garantita attraverso lampade ad olio. Il mobilio doveva essere essenziale: letti e qualche suppellettile spartano adornavano questi spazi. I pavimenti erano realizzati con materiali semplici ma efficaci: argilla battuta e strati ben compatti di calce, sabbia e ghiaia.

Scavi villa Lio Piccolo-Ansa- Notizie.com

A pochi metri dai cubicula si trovavano altri ambienti decisamente più ampi e affacciati sull’acqua del grande canale che collegava il mare ad Altino. Queste aree erano caratterizzate da pavimenti in mosaico finemente lavorati – oggi purtroppo danneggiati dalla spoliazione avvenuta tra il VI e VII secolo d.C., quando la villa fu definitivamente abbandonata. Le tessere musive bianche e nere rimaste sul posto testimoniano la ricchezza decorativa degli spazi destinati ai padroni della villa.

Nel pieno I secolo d.C., quando la villa venne costruita, gli ambienti affacciati sulla laguna dovevano risplendere grazie a decorazioni raffinate conformemente ai canoni estetici dell’epoca imperiale: vividi colori negli affreschi, elaborate decorazioni a stucco e uso intensivo del marmo colorato definivano gli spazi destinati alla rappresentanza ed alla villeggiatura delle élite romane.

Queste scoperte non solo arricchiscono ulteriormente il nostro patrimonio storico-archeologico ma ci permettono anche un tuffo nel passato per comprendere meglio le dinamiche sociali dell’epoca romana. La ricerca archeologica sta continuando a portare alla luce aspetti sorprendenti della vita nelle ville costiere adriatiche dimorando quanto ancora ci sia da scoprire sulle civiltà che hanno preceduto la nostra.

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Alessandro Righi