“Quello che mi preoccupa della Francia è l’instabilità con le conseguenze economico-finanziarie”, così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel suo intervento in occasione del Consiglio nazionale di FI presso la nuova aula dei gruppi parlamentari, alla Camera. Poi il segretario di Forza Italia lancia una stoccata all’altro vicepremier Matteo Salvini, “Anche io sono patriota. Eppure sono anche europeista”
L’analisi del voto in Francia si resta a migliaia di interpretazioni. Poi ci sono i fatti oggettivi. Ovvero: Nonostante un’impennata senza precedenti dell’estrema destra, con la costituzione del più grande gruppo della storia del Raggruppamento Nazionale (RN), il fronte repubblicano ha resistito in molti collegi elettorali, il che ha permesso all’alleanza di sinistra, al Nuovo Fronte Popolare (NFP), e alla maggioranza presidenziale uscente, Ensemble, di diventare i primi due blocchi di questa nuova Assemblea nazionale.
Un Emiciclo che esclude l’ipotesi di un governo marrone (cioè di LFI di Melenchon), ma che non getta alcuna luce sui mesi a venire, dal momento che non emerge alcuna maggioranza assoluta, nonostante lo slancio democratico. Instabilità dunque è una delle parole chiave del momento politico e sociale francese.
“Quello che mi preoccupa della Francia è l’instabilità con le conseguenze economico-finanziarie che questo comporta”. Così il vicepremier, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, nel suo intervento in occasione del Consiglio nazionale di FI, presso la nuova aula dei gruppi parlamentari, alla Camera, che poi aggiunge ancora: “La lezione delle elezioni francesi deve far capire a tutti che l’estrema destra o la destra da sola è condannata a perdere perché tutte le altre forze si coalizzano contro. L’unico antidoto è avere un centro forte, alleato e alternativo alle sinistre”. Ma nel suo intervento Tajani non regala solo pillole o prove di neo centrismo, e non si limita ad incentivare i suoi dirigenti di partito verso la soglia del 20%, ovvero nuovo obiettivo dichiarato in attesa delle prossime politiche. Il segretario di Forza Italia, senza ovviamente fare nomi, lancia una chiara stoccata all’altro vicepremier di governo.
Motivo della freccia avvelenata? Il Rassemblement national aderisce ai Patrioti per l’Europa, il nuovo gruppo di destra al Parlamento europeo nel quale è entrata anche la Lega. Lo ha annunciato su X il portavoce del premier ungherese Viktor Orbán, ispiratore del gruppo. “Patrioti per l’Europa continua a crescere mentre entra anche l’Rn – scrive – Questa nuova fazione di destra potrebbe diventare la terza più grande al Parlamento europeo. Uniamo le forze e combattiamo insieme per un futuro migliore”! E questa è la prima notizia. La seconda correlata è direttamente correlata. Perchè l’eurodeputato francese Bardella è stato eletto presidente del gruppo dei Patrioti per l’Europa e Roberto Vannacci, è uno dei sei vice presidenti. Ecco quindi spiegata la frase di Tajani sul patriottismo. “Che vuol dire essere patrioti. Anche io sono patriota. Eppure sono anche europeista”.