Gianmarco Tognazzi qualche giorno fa ha lasciato tutti di sasso con una frase che una frase inequivocabile: “dovremmo censurare ‘Amici Miei’
In un’epoca in cui il politically correct sembra dominare ogni aspetto della società, il cinema non fa eccezione. Questo è quanto emerge dalle parole di Gianmarco Tognazzi, figlio dell’indimenticabile Ugo Tognazzi, durante la sua partecipazione al festival Città Identitarie a Pomezia. L’attore ha sollevato una questione che sta diventando sempre più pressante nel mondo della settima arte: l’impatto del politically correct sulle opere cinematografiche del passato.
Secondo Tognazzi, oggi ci troviamo di fronte a un eccesso di sensibilità che rischia di mettere in discussione l’esistenza stessa di capolavori come “Amici Miei”. Il film, diretto da Mario Monicelli e interpretato dal padre Ugo insieme ad altri mostri sacri del cinema italiano come Gastone Moschin e Philippe Noiret, è diventato un cult grazie alla sua capacità di raccontare con ironia e leggerezza le avventure dissacranti dei suoi protagonisti. Secondo l’attore però, se oggi dovessimo giudicare quel film con gli occhi del politically correct, probabilmente verrebbe censurato.
La preoccupazione espressa da Gianmarco Tognazzi riguarda la possibilità che la censura imposta dal politically correct finisca per colpire uno degli aspetti più preziosi della cultura italiana: l’ironia. “Pare che l’ossessione sia da un’altra parte”, ha commentato l’attore riferendosi alla tendenza attuale a cercare riferimenti offensivi anche dove non ce ne sono. Questa ossessione rischia non solo di impoverire il dibattito culturale ma anche di cancellare pezzi importanti della nostra storia cinematografica.
“Amici Miei” è stato additato come diseducativo in alcune circostanze recenti, dimostrando quanto sia delicata la linea tra conservazione del patrimonio artistico e adeguamento ai valori contemporanei. Secondo Tognazzi, questo tentativo di revisionismo culturale ignora il contesto storico-sociale in cui queste opere sono state create e le priva della loro innocua intenzionalità satirica.
Il dibattito sollevato da Gianmarco Tognazzi si inserisce nel contesto più ampio del festival Città Identitarie a Pomezia, evento dedicato alla riflessione sulla cultura italiana nelle sue varie espressioni. La manifestazione si conclude con una serata dedicata a Sergio Leone, figura emblematica per il cinema mondiale e punto di riferimento per molti artisti italiani tra cui Carlo Verdone. Questa scelta testimonia la volontà degli organizzatori di celebrare le radici profonde dell’identità culturale italiana senza rinunciare alla critica costruttiva.
Le parole da Gianmarco Tognazzi insomma, finiscono con il riaccendere un dibattito sempre attuale sul ruolo del politically correct nella cultura contemporanea. Se da un lato è indispensabile promuovere una maggiore sensibilità verso tematiche delicate come quelle legate alle discriminazioni, dall’altro è fondamentale salvaguardare la libertà creativa degli artisti e preservare il patrimonio culturale nella sua integrità storica ed estetica. La sfida sta nel trovare un equilibrio che permetta al cinema italiano – e non solo – di continuare a essere uno specchio autentico della società con tutte le sue contraddizioni.