Incredibile ma vero: due persone fermate mentre utilizzavano una fionda gigante per lanciare dei cellulari in carcere
In un’operazione che sembra uscita da una sceneggiatura di un film d’azione, i Carabinieri della Stazione di Carinola (Caserta) hanno recentemente scoperto e sequestrato una fionda gigante destinata, presumibilmente, al lancio di telefoni cellulari all’interno del carcere di Carinola. Due uomini sono stati denunciati in seguito alla scoperta.
Tutto ha avuto inizio quando una Opel Corsa con a bordo due individui è stata notata ferma ai margini della strada in via Annunziata a Carinola, a soli 200 metri dal carcere. La loro presenza in quella zona isolata e vicina alla struttura penitenziaria ha immediatamente suscitato sospetti nei carabinieri locali, che hanno deciso di procedere con un controllo più approfondito degli occupanti del veicolo.
Cellulari in carcere: la scoperta inaspettata
Durante il controllo, oltre al forte odore di cannabis emanato dall’abitacolo dell’auto che ha portato alla perquisizione personale e veicolare dei due uomini, i militari dell’Arma hanno fatto una scoperta ancor più sorprendente: sei telefoni cellulari con relativi caricabatterie e una fionda gigante idonea al lancio a lunga distanza erano nascosti sul sedile posteriore dell’auto. I dispositivi mobili erano accuratamente protetti all’interno di custodie realizzate in schiuma poliuretanica espansa per evitare danneggiamenti durante il volo.
L’intento dei due individui sembrava chiaro: utilizzare la fionda gigante per catapultare i telefoni cellulari oltre le mura del carcere affinché potessero essere recuperati dai detenuti. Questo metodo insolito ma ingegnoso riflette la crescente necessità dei detenuti di mantenere contatti con l’esterno attraverso mezzi sempre più elaborati ed estremi.
I protagonisti di questa vicenda sono un 38enne originario di Pontecagnano (Salerno) e un 25enne proveniente da Torre Annunziata (Napoli), quest’ultimo già noto alle forze dell’ordine poiché soggetto alle Misure della Sorveglianza Speciale con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Entrambi sono stati denunciati per ricettazione; il 38enne dovrà rispondere anche dell’accusa relativa alle false dichiarazioni fornite ai carabinieri riguardo la sua identità durante il controllo.
Questo episodio non solo mette in luce le tecniche sempre più sofisticate adottate per introdurre illegalmente oggetti all’interno delle strutture penitenziarie ma solleva anche questionamenti sulla sicurezza carceraria e sulle misure preventive adottate dalle autorità competenti. Mentre le indagini proseguono per accertare eventuali complicazioni o ulteriori coinvolgimenti nella rete destinata al contrabbando verso il carcere, resta evidente la necessità di rafforzare le strategie volte a contrastare questi fenomeni criminali sempre più audaci e inventivi.