I conflitti e i vari modi di raccontare le guerre e le storie di guerra da parte delle giornaliste donne. Ecco come è cambiata la narrazione.
Tante, le donne, spesso inviate che hanno raccontato le storie di guerra e i vari conflitti nel mondo. Da Lily Gruber a Federica Sciarelli, ma la lista è molto più lunga. Professioniste che hanno portato un vento di freschezza nel giornalismo e, che hanno fatto valere le capacità femminili anche in questo campo di narrazione dei fatti.
Le redazioni e le direzioni nel tempo si sono evolute. Il modo di fare giornalismo è cambiato e, le varie barriere di genere sono state abbattute. Ovviamente, anche nei racconti delle storie di guerra. Oggigiorno infatti, gran parte della cronaca, è concentrata sui fatti bellici, sulle relazioni internazionali, sulle questioni politiche e sulle vittime dei conflitti.
Giovanna Botteri: la prima volta in una redazione e i racconti dei conflitti
La Botteri in un’intervista racconta la sua prima volta in una redazione: “Noi donne abbiamo fatto fatica per farci apprezzare come professioniste credibili”. Poi racconta della Fallaci, suo unico punto di riferimento. “Mi chiedo se la fatica che abbiamo fatto per imporci non ci abbia fatto dimenticare che dovevamo lasciare il testimone a giornaliste più giovani”, alludendo al fatto che, oggi, in genere l’attenzione ad una giovane giornalista viene prima data alla sua estetica e poi, ai contenuti.
E’ proprio da qui che, Giovanna Botteri, sottolinea quanto sia più adeguato, focalizzarsi sui contenuti: “Invece di andare avanti sui contenuti e sulla narrativa che noi abbiamo cambiato si pensa ad altro… Io rivendico il fatto che con la mia esperienza, i miei occhi, la mia sensibilità, ho contribuito a cambiare il racconto della guerra. Se tu pensi come hai studiato la guerra sui libri di scuola, storie militari, di strategie, di generali. Noi inviate abbiamo cominciato a raccontarla con gli occhi di chi la guerra la subisce”.
Una struttura apicale al maschile che la giornalista commenta così: “Per i posti dirigenziali sono sempre stati preferiti gli uomini. Ad oggi, la Commissione Pari Opportunità ha fatto un grande lavoro sugli stipendi. Ma ancora oggi guadagniamo meno”. Un ambiente che comunque continua a cercare e aspettare il progresso. Un messaggio anche per le altre donne, solo unite, quest’ultime potranno vincere le disparità. “Non dobbiamo cercare di essere uguali agli uomini, ma dobbiamo avere gli stessi diritti e le stesse possibilità”, ha concluso in sintesi poi la Botteri. Insomma, passi avanti da compiere e obietti da raggiungere ancora, alla ricerca di una credibilità che c’è, ma che potrebbe essere migliore.