Oggi l’ultimo saluto alla fisioterapista uccisa in maniera efferata dall’ex nella Basilica di Santa Maria della Salute a Primavalle alla presenza di centinaia di persone
L’assurdo omicidio commesso dall’ex compagno Gianluca Molinaro è avvenuto giovedì 4 luglio scorso in via degli Orseolo, nella zona Portuense, mentre Manuela usciva dal lavoro. Dall’autopsia effettuata sabato scorso presso l’Istituto di Medicina legale di Tor Vergata è emerso che Manuela è stata uccisa sul colpo da un proiettile che l’ha colpita al cuore, mentre un altro le si è conficcato in un braccio.
Tristezza, commozione, ma anche applausi. Questi i sentimenti che hanno prevalso nella Basilica di Santa Maria della Salute a Primavalle, dove amici e parenti si sono stretti nella tragedia per l’ultimo saluto alla loro adorata Manuela, barbaramente uccisa a sangue freddo dall’ex in pieno giorno, in mezzo alla strada, appena uscita dal luogo di lavoro. Presente anche il figlio di 9 anni, che la vittima aveva avuto nella relazione con il suo assassino. Presenti le forze dell’ordine che hanno chiuso le entrate della Basilica dopo l’inizio della cerimonia, alle 11.30, dopo aver fatto entrare da un ingresso secondario proprio i parenti più stretti, per evitare le tante telecamere venute a testimoniare l’enorme dolore di una tragedia assurda. “Chiunque non avrebbe voluto perdere Manuela, ma Cristo accoglie chi si è perso nella morte. Dovremo imparare a raccogliere gli sguardi di terrore di coloro che chiedono aiuto. Se non cambia culturalmente la mentalità continueremo a vedere fatti di questa gravità”, queste le parole pronunciate dal parroco Don Daniele della Basilica in piazza Alfonso Capecelatro nel popolare quartiere di Primavalle.
Tanta la gente comune che ha voluto comunque rendere omaggio a Manuela, figlia di un quartiere popoloso e popolare, dove tutti si conoscono e tutti conoscevano Manuela anche per via del suo lavoro che la portava ad aiutare chiunque avesse un problema da risolvere. E molti hanno scelto di indossare un fiocco rosa, simbolo della violenza sulle donne, contro l’ennesimo femminicidio che ha sconvolto la vita di due famiglie. “Chi ha incontrato Manuela nella vita e’ rimasto edificato”, ha detto ancora Don Daniele nell’Omelia, per aggiungere, “Dovremmo imparare a raccogliere gli sguardi di terrore di coloro che chiedono aiuto. Se non cambia culturalmente la mentalità, continueremo ad assistere a fatti di questa gravità”. Forse proprio qui sta il corto circuito che ha portato al dramma assurdo che si è consumato la scorsa settimana e anche le indagini vanno in questa direzione tanto che, per la giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma Valeria Tomassini, che lo ha scritto nell’ordinanza, Manuela si sarebbe potuta salvare se si fosse attivata la partecipazione sociale. La madre e un amico del killer avrebbero potuto fermarlo, chiamando le forze dell’ordine 40 minuti prima che le sparasse, ma non è successo. Ad entrambi, l’assassino avrebbe anticipato al telefono l’intenzione di ucciderla.