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Curiosità

Malattie della pelle: riduzione visite dermatologiche, richiesti maggiori trattamenti

Published by
Zarina Chiarenza

Sarebbero 15 milioni i cittadini con malattie della pelle, Salutequità chiede l’inserimento nei Lea. Un’emergenza sanitaria sottovalutata

Il panorama sanitario italiano si trova di fronte a una sfida sottovalutata ma di vasta portata: circa il 25% della popolazione, pari a 15 milioni di italiani, convive con una patologia dermatologica. Tra questi, circa 6 milioni sono affetti da malattie infiammatorie croniche della pelle. Queste condizioni non solo comportano un significativo disagio fisico per chi ne soffre ma possono anche portare a stigmatizzazione sociale e impatti negativi sulla qualità della vita e sulla produttività lavorativa.

Malattie della pelle, richiesta maggiore attenzione – notizie.com

Nonostante la rilevanza numerica e l’impatto delle patologie cutanee sulla popolazione, esiste una carenza di dati di buona qualità che ne ostacola la corretta gestione. Questo gap informativo si riflette nella programmazione nazionale e regionale delle politiche sanitarie, dove malattie come psoriasi e vitiligine spesso non ricevono l’attenzione dovuta. L’incontro ‘Equity Group – Malattie croniche della pelle’, tenutosi a Roma alla presenza di esperti del settore, ha messo in evidenza questa problematica sollecitando un maggiore impegno istituzionale.

Verso una maggiore equità nel trattamento

Le malattie dermatologiche croniche comportano costi significativi sia per il sistema sanitario nazionale (Ssn) sia per i pazienti stessi. Ad esempio, la psoriasi incide su circa il 3% della popolazione italiana con un costo annuale medio per paziente che può superare gli 11.000 euro tra spese mediche dirette e indirette. Anche patologie meno note come la vitiligine hanno un impatto notevole sul benessere dei pazienti, spesso aggravato dalla mancanza di riconoscimento ufficiale nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Verso una maggiore equità nel trattamento – notizie.com

Negli ultimi anni si è registrata una riduzione delle visite dermatologiche disponibili attraverso il Ssn, complicando ulteriormente l’accesso alle cure per i pazientini affetti da queste patologie. La situazione è stata aggravata dalla pandemia COVID-19 durante la quale molti servizi dermatologici hanno subito interruzioni o rallentamenti significativi.

Di fronte a questa emergenza sanitaria crescente, Salutequità propone alcuni passaggi chiave verso un miglioramento dell’assistenza ai pazienti affetti da malattie dermatologiche croniche: garantire accessibilità tempestiva alle prestazioni sanitarie; aggiornare i Lea includendo le patologie cutanee; semplificare ed efficientare l’organizzazione dei servizi sanitari dedicati.

Iniziative regionali diverse dimostrano che è possibile intraprendere azioni concrete in questo senso: dal Veneto alla Puglia fino alla Sicilia sono stati avviati progetti pilota mirati all’amplificazione dell’offerta assistenziale in ambito dermatologico.

L’appello lanciato durante l’incontro ‘Equity Group – Malattie croniche della pelle’ sottolinea quindi la necessità urgente di riconoscere le patologie cutanee come priorità all’interno dei programmi nazionali e regionalidi salute pubblica al fine di garantire ai cittadini affetti da tali condizioni lo stesso livello d’attenzione riservato ad altre cronicità maggiormente riconosciute.

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Zarina Chiarenza