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Pesce non tracciato e mal conservato: blitz della Capitaneria di Porto

Published by
Alessandro Righi

Pesce: tantissimi i casi di mancanza di tracciabilità e mal conservazione sanzionati dalla Capitaneria di Porto

In un’operazione che ha messo in luce la problematica della vendita illegale e delle cattive condizioni igienico-sanitarie del pesce, la Capitaneria di porto di Palermo ha recentemente condotto una serie di controlli che hanno portato al sequestro di oltre 260 chili di prodotto ittico e alla contestazione di sanzioni pecuniarie per un totale di 6mila euro nei confronti dei venditori ambulanti abusivi.

Capitaneria di Porto -Ansa- Notizie.com

Il blitz dei militari della Capitaneria si è concentrato in particolare nella zona Calatafimi, dove è stato individuato pesce venduto senza alcuna tracciabilità e in violazione delle norme igienico-sanitarie. Questa operazione ha evidenziato non solo il rischio per la salute pubblica rappresentato dalla commercializzazione illegale del pescato ma anche l’importanza dei controlli per garantire la sicurezza alimentare.

Pesce: sanzioni della Capitaneria a ristorante etnico

L’attenzione si è poi spostata su un ristorante etnico situato nella zona Uditore, dove i militari hanno scoperto l’assenza totale di documentazione necessaria a garantire la tracciabilità del pesce servito ai clienti. Di conseguenza, al proprietario dell’esercizio commerciale è stata inflitta una sanzione amministrativa pari a 1.500 euro, mentre circa 150 chili di prodotto ittico sono stati posti sotto sequestro.

Capitaneria di Porto sequestra il pesce -Ansa- Notizie.com

Interessante notare come parte del pesce sequestrato sia stato giudicato idoneo al consumo umano dall’Azienda sanitaria provinciale e quindi devoluto in beneficenza. Il resto invece, non rispondendo agli standard sanitari richiesti, è stato avviato alla distruzione. Questa scelta riflette l’impegno delle autorità nel ridurre gli sprechi alimentari pur mantenendo alti standard di sicurezza.

L’operazione non si è limitata alla città capoluogo ma si è estesa anche a Termini Imerese, dove durante un controllo su un peschereccio fermo in banchina sono stati trovati attrezzi da pesca non conformi alla normativa vigente. In questo caso sono stati sequestrati oltre 700 metri di rete derivante irregolare e al comandante del motopesca è stata comminata una sanzione amministrativa pari a 2.000 euro. La gravità delle infrazioni commesse ha comportato anche la sospensione della licenza di pesca per tre mesi, dimostrando quanto seriamente le autorità prendano il fenomeno della pesca illegale e il rispetto delle normative comunitarie volte a prevenirla.

Queste azioni rientrano in una più ampia strategia volta ad assicurare che il pescado arrivando sulle tavole dei consumatori sia non solo legale ma anche sicuro dal punto vista sanitario. La vigilanza costante da parte della Capitaneria dimostra l’impegno nell’affrontare queste problematiche con determinazione, proteggendo così sia i consumatori sia l’integrità dell’ecosistema marino.

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Alessandro Righi