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Curiosità

Diabete, ecco chi è a rischio di sviluppare la malattia

Published by
Alessandro Righi

Diabete, ecco quello che è emerso da uno studio condotto sulla malattia: individuati i soggetti che rischiano maggiormente di svilupparlo

Il diabete rappresenta una delle sfide sanitarie più rilevanti del nostro tempo, con un impatto crescente sulla popolazione italiana. Un recente rapporto presentato in Senato a Roma durante il 17esimo Italian Barometer Diabetes Summit ha gettato luce sui fattori socio-demografici che aumentano il rischio di sviluppare questa patologia.

diabete -Ansa- Notizie.com

Secondo lo studio, l’età avanzata emerge come uno dei principali fattori di rischio. Gli individui oltre i 74 anni hanno un rischio quasi 8 volte superiore rispetto ai soggetti tra i 45 e i 54 anni. Anche il sesso gioca un ruolo determinante: gli uomini sono esposti a un pericolo maggiore del 40% in confronto alle donne della stessa fascia d’età. Inoltre, vivere al Sud Italia o in comuni con più di 2.000 abitanti incrementa la probabilità di sviluppare il diabete del 50% rispetto a chi vive al Nord.

Diabete: la situazione attuale e le proiezioni future

Attualmente, circa 3,9 milioni di persone in Italia hanno dichiarato di avere il diabete nel 2022, pari al 6,6% della popolazione totale. Le previsioni indicano che tale percentuale potrebbe salire fino al 10% entro il 2040 se si mantiene l’attuale trend demografico e non si interviene efficacemente.

Cura del diabete -Ansa- Notizie.com

Emilio Augusto Benini, presidente dell’associazione Fand-Associazione italiana diabetici, ha sottolineato l’importanza dell’uniformità dei servizi sanitari su tutto il territorio nazionale e l’accessibilità ai nuovi farmaci e tecnologie come punti chiave per affrontare questa emergenza sanitaria. Ha evidenziato la necessità di rafforzare la sanità territoriale attraverso investimenti significativi nella tecnologia digitale per la salute e nella telemedicina. Tra le innovazioni più promettenti figura una nuova insulina settimanale approvata dall’Ema ma ancora in attesa del via libera da parte dell’Aifa. Questa novità potrebbe ridurre drasticamente il numero delle iniezioni necessarie da parte dei pazienti diabeticI – da una quotidiana a soltanto cinquantadue all’anno – migliorando notevolmente la qualità della vita degli stessi.

Benini ha anche enfatizzato l’esigenza dello sviluppo dell’assistenza territoriale senza depauperare le risorse ospedaliere ma integrandole efficacemente con centri specializzati e team multidisciplinari sul territorio. L’obiettivo è quello di creare un sistema assistenziale capace non solo curare ma anche supportare complessivamente le persone affette da questa condizione cronica. Mentre si lavora alla promozione dell’accessibilità alle cure innovative e alla creazione d’un sistema assistenziale più inclusivo ed efficiente sul territorio nazionale, è fondamentale adottare anche un approccio olistico che tenga conto delle esigenze sociali dei pazienti diabeticI per garantire loro non solo cure mediche ma anche supporto nella gestione quotidiana della malattia.

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Alessandro Righi