È stato svelato il motivo per cui all’interno delle scatole di uova comprate al supermercato si trovano ogni tanto delle piume di gallina
A tutti sarà capitato almeno una volta di andare a comprare le uova al supermercato e, dopo averle aperte a casa, di aver trovato attaccata su una di queste una piuma di gallina. Un evento tutt’altro che raro, che non arreca nessun fastidio e che in qualche modo può valere come conferma che quelle provengano realmente dall’animale. Tra le molteplici teorie emerse negli anni, c’era anche quella che ragionava sull’ipotesi che fosse una trovata di marketing per invogliare a comprarle. Una versione smentita dalla direttrice di Proefbedrijf Pluimveehouderij, Ine Kempen, la quale ha spiegato che:
“Non è vero che quelle piume siano messe deliberatamente. Accadrà spesso di trovarne nei nidi dove le galline le depongono. Sono quelle stesse piume che si attaccano all’uovo“. È sempre lei a provare a chiarire il motivo per cui queste capitano anche nelle scatole, nonostante le operazioni di pulizia che caratterizzano le uova: “Dopo che la gallina l’ha deposte, queste vengono poggiate su un lungo nastro, dove continuano a rotolare fino a una macchina che le smista. Durante questa fase del processo a controllare è l’allevatore del pollame, o un suo uomo, il quale monitora le operazioni, prima che vengano separate” – ma delle volte non si fa in tempo – “Se vediamo delle piume proviamo a rimuoverle dalle uova. Ma non sempre riusciamo. In media si lavora con 30.000-40.000 uova che devono essere preparate in poche ore”.
La presenza della piuma, comunque, non inquina il materiale e non crea problemi. Resta però un quesito che sorge automatico. Queste non vengono lavate prima di essere messe sul mercato? Perché se così fosse non avrebbe modo di restare attaccata. Ancora una volta la Kempen ci illumina: “In Europa è vietato lavare le uova” – spiega – “Basandosi su una logica preventiva, obbliga tutti gli allevatori di pollame a prendersi cura dei polli che allevano. Il ragionamento alla base di ciò è che i prodotti finali saranno anche i più sani. Questo rientra tra gli alti standard di igiene“.
“Inoltre” – sottolinea ancora – “non è necessario lavarle. Queste possiedono uno strato protettivo naturale che, combinato con una buona gestione igienica, è sufficiente per evitare ogni problema“. Kempen, per concludere, ci tiene a specificare poi che le normative europee sono comuni a tutti i marchi dell’UE: “Marchi, ma anche tutti gli allevatori di pollame e gli altri attori coinvolti, devono soddisfare gli stessi requisiti di qualità e di igiene. Ciò è sancito dal diritto europeo. Quindi tutti sono obbligati a seguirlo“, così da avere lo stesso modus operandi.