Estate, occhio alle ondate di calore: influenzano parecchio le gravidanze e da quello che si evince, crescono i numeri dei bimbi prematuri
Mentre l’Italia si confronta con un’altra intensa ondata di calore, gli esperti della Società europea di medicina della riproduzione ed embriologia (Eshre) lanciano un allarme sui rischi che le alte temperature comportano per le donne incinte e i loro bambini. Le ricerche indicano una correlazione diretta tra il caldo estremo e un aumento dei parti prematuri, mettendo in evidenza la necessità urgente di affrontare gli effetti del cambiamento climatico sulla salute riproduttiva.
L’esposizione a temperature elevate durante la gravidanza è stata associata a una serie di esiti negativi, tra cui su tutti, il parto pre-termine. Un recente studio condotto negli Stati Uniti ha analizzato oltre 53 milioni di nascite, trovando una relazione significativa tra ondate di calore e nascite premature. Queste condizioni non solo aumentano il rischio per la salute dei neonati ma possono anche avere conseguenze a lungo termine sulle loro capacità cognitive.
Le donne in stato di gravidanza sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle alte temperature. Sono maggiormente soggette a soffrire di ipertensione e possono sperimentare esiti peggiori della gravidanza, inclusa la necessità di degenze ospedaliere prolungate. L’Eshre sottolinea l’importanza dell’adozione immediata di politiche mirate alla protezione delle donne incinte dall’esposizione al caldo estremo.
Gli esperti dell’Eshre fanno appello alle autorità affinché vengano adottate misure concrete per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla salute riproduttiva. Tra le raccomandazioni proposte vi sono: dare priorità alla ricerca sugli impatti dell’inquinamento atmosferico e dell’esposizione al calore su fertilità e gravidanza; promuovere azioni rapide ed etiche per ridurre le emissioni di CO2; realizzare politiche ambiziose che mirino a ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico migliorando così la qualità dell’aria.
L’obiettivo è raggiungere zero emissioni nette entro i prossimi 20 anni attraverso politiche ambiziose e investimenti economici mirati. Stabilizzare l’aumento delle temperature globali entro 1,5 gradi Celsius è essenziale non solo per proteggere il nostro pianeta ma anche per salvaguardare la salute riproduttiva delle future generazioni. In ogni caso mentre il mondo si confronta con sfide ambientali senza precedenti, diventa sempre più chiaro che il cambiamento climatico ha profonde implicazioni sulla salute umana – in particolare quella riproduttiva. È imperativo agire ora per garantire un futuro più sicuro sia per noi stessi sia per i nostri figli.