Al termine di un’inchiesta, sono stati eseguiti all’alba diversi arresti tra i dipendenti del comune lagunare per tangenti al fine di ottenere affidamenti di appalti pubblici
Un’autentica bufera giudiziaria si è abbattuta sul Comune di Venezia. Appalti e corruzione, tangenti per ottenere scorciatoie, queste le motivazioni che hanno visto coinvolte 20 persone a vario titolo. Nella indagine della Guardia di Finanza è finito nel mirino anche l’assessore del Comune di Venezia Renato Boraso che ora si trova in custodia cautelare in carcere. L’abitazione di Boraso è stata inoltre sottoposta a perquisizione.
La città di Venezia aveva annunciato nuovi limiti alle dimensioni dei gruppi turistici, entrati in vigore lo scorso giugno, come l’ultima mossa per ridurre la pressione del turismo di massa sulla famosa città dei canali. A partire dal primo giugno 2024 infatti, i gruppi turistici sono stati limitati a 25 persone, ovvero circa la metà della capacità di un autobus turistico. Tutto questo per evitare l’affollamento delle calle e delle piazze più famose della città lagunare.
Terremoto a Venezia
L’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso, è stato arrestato nell’ambito dell’indagine su reati amministrativi svolta dalla Guardia di Finanza. L’abitazione dell’assessore è stata inoltre sottoposta a perquisizione. Nell’inchiesta sono coinvolte 18 persone, a vario titolo, 9 le misure cautelari eseguite e le indagini non sono ancora terminate. Una vera e propria bufera si è abbattuta sul Comune della città lagunare al termine di un’inchiesta della Guardia di Finanza su presunte tangenti in cambio di appalti. Nella rete delle indagini sarebbero rimasti coinvolti funzionari pubblici, imprenditori e amministratori e nel corso dell’operazione i finanzieri hanno effettuato sequestri preventivi per il valore di circa un milione di euro.
Una figura di spicco
Nell’ambito dell’indagine su appalti e pubblica amministrazione, sono emersi elementi che hanno portato i magistrati a far eseguire due ordinanze di custodia cautelare in carcere e sette agli arresti domiciliari che hanno portato all’arresto dell’assessore. Oltre a Boraso, in carcere è finito un imprenditore edile, Fabrizio Ormenese, ai domiciliari figurano funzionari comunali e di partecipate pubbliche, tra cui l’azienda dei trasporti comunale Actv. Per altri sei indagati è stata disposta l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici. In tutto gli indagati sono 18, tra cui il direttore generale dell’Actv, Giovanni Seno, e il responsabile del settore appalti, Fabio Cacco. “Ravvisato l’interesse pubblico alla divulgazione di informazioni riguardanti l’accertamento di ipotesi di reato perpetrati ai danni della pubblica amministrazione, fatta salva la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nella mattinata odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia sono stati delegati dalla Procura della Repubblica di Venezia all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di amministratori, pubblici funzionari e di imprenditori”, questo il testo divulgato in mattinata dai magistrati.
Renato Boraso, 56 anni, laureato in Economia Aziendale all’università Ca’ Foscari, dal 1993 ha svolto attività di consulente aziendale. Già nelle fila di Forza Italia, dal 1997 è sempre stato eletto consigliere comunale. Alle elezioni comunali del 2015 si era presentato con una propria lista civica in appoggio al candidato del centrodestra Luigi Brugnaro, nella cui giunta è poi entrato come assessore a Mobilità, Infrastrutture stradali, Viabilità, Piano del traffico. Alle ultime elezioni del 2020 è risultato ancora eletto pere essere così confermato in Giunta.