Negli ultimi anni si è registrato un incremento significativo nelle diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa)
Secondo i dati più recenti del ministero dell’Istruzione, tra bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie, la percentuale di alunni con Dsa è cresciuta dallo 0,9% nell’anno scolastico 2010/2011, al 5,4% nel 2020/2021. Deny Menghini, responsabile Psicologia presso la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’ospedale Bambino Gesù di Roma, sottolinea che nonostante l’aumento delle diagnosi, molti casi rimangono ancora non identificati.
La questione dei Dsa in Italia presenta diverse sfaccettature. Non esistono dati epidemiologici precisi sul fenomeno a livello nazionale. Tuttavia, uno studio pubblicato su Plos one ha analizzato circa 11.000 bambini tra gli 8 e i 10 anni rilevando una prevalenza della dislessia del 3,5%. I dati ufficiali del 2021 indicano però che solo il 2,8% dei bambini ha ricevuto una certificazione per dislessia. Questa discrepanza suggerisce che molti casi non vengano diagnosticati o certificati adeguatamente.
Dsa: la disomogeneità territoriale nelle certificazioni
Un altro aspetto da considerare è l’evidente disomogeneità territoriale nella gestione dei Dsa in Italia. Le percentuali di diagnosi comunicate alle scuole variano notevolmente da regione a regione, oscillando tra l’1% e il 9%. Questa variabilità riflette le differenze nell’accessibilità ai servizi di valutazione e supporto per i disturbi dell’apprendimento sul territorio nazionale.
Il quadro normativo sui Dsa ha subito un importante cambiamento nel 2010 con l’introduzione di una legge specifica sull’argomento. Prima di tale data le certificazioni erano rare e le risposte alle richieste di genitori e scuole erano parziali. La nuova normativa ha portato a un aumento costante delle richieste di valutazione evidenziando tuttavia che le percentuali attuali non sono ancora esagerate rispetto alla possibile prevalenza reale dei disturbi.
Oggi c’è sicuramente più consapevolezza riguardante i Dsa a tutti i livelli educativi; tuttavia emerge chiaramente come spesso la diagnosi arrivi in ritardo specialmente nella transizione dalla scuola primaria alla secondaria. Questo ritardo nella rilevazione dei disturbi rappresenta un elemento critico su cui riflettere per migliorare gli interventi educativi e terapeutici nei confronti degli studenti affetti da tali problematiche.
Sebbene negli ultimi anni si sia assistito a un aumento delle diagnosi relative ai disturbi specifici dell’apprendimento grazie anche a una maggiore sensibilizzazione sul tema sia tra gli operatori sanitari sia nel contesto scolastico ed educativo in generale, rimane evidente la necessità di intensificare gli sforzi per garantire una rilevazione più accurata ed efficace dei casi ancora “sommersi”. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile assicurare il supporto adeguato agli studenti con Dsa favorendo così il loro pieno sviluppo accademico e personale.