Dei ricercatori dell’Università di Trento hanno scoperto una grotta sulla luna che potrebbe essere idonea a una base spaziale
“Questo è un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’umanità”. Tutti ricorderanno la frase pronunciata dall’astronauta americano Neil Armstrong il 21 luglio del 1969, mentre diventava il primo uomo a mettere il piede sulla luna. Mai come oggi questa citazione si rivela ancora attuale. Quel passo ha portato l’essere umano nel futuro, inserendolo in un vortice di scoperte obiettivi che ha come fine ultimo la conquista di un nuovo pianeta. Per restare in tema, però, tra gli esperti vige anche la consapevolezza che bisogna procedere, per l’appunto, a piccoli passi. Motivo per cui il prossimo traguardo, dopo esser approdati tempo fa sul satellite naturale, è quello di costruirvici sopra una base stabile e permanente.
Cina e Stati Uniti, in tal senso, si affrontano da anni in una gara senza fine, che per il momento non ha superato neanche il primo checkpoint. Per costruire una base è necessario fare in modo che vi siano le condizioni naturali per farle, scongiurando il problema delle radiazioni, delle temperature estreme e del tempo spaziale, che inevitabilmente complica il processo. E mentre si cerca continuamente un modo per bypassare questi ostacoli, allo stesso tempo si tenta di individuare un punto strategico sul quale stabilizzarsi. Ma, a tal riguardo, le ultime novità potrebbero risultare stupefacenti.
La scoperta di una grotta sulla luna
Le ultime ricerche pubblicate pubblicate sulla rivista scientifica ‘Nature Astronomy’, avrebbero portato alla luce una grotta profonda cento metri. Un luogo che gli scienziati ritengono potrebbe essere ideale per costruirvi una base. Secondo i ricercatori italiani Lorenzo Bruzzone e Leonardo Carrer dell’Università di Trento, si tratterebbe solo di una delle centinaia di grotte nascoste in un mondo sotterraneo che sarebbe ancora tutto da scoprire. Come si legge sulla rivista, questi l’avrebbero individuata grazie all’aiuto di un radar, più precisamente, ingrandendo l’apertura di un foro situato su di un pianoro roccioso noto come Mare Tranquillitatis.
Questa pianura sarebbe visibile a occhio nudo perfino dalla Terra ed è lo stesso posto in cui sbarcò l’Apollo 11 del già citato Armstrong. Spiegano che la grotta si potrebbe esser creata miliardi di anni fa grazie alle colate di lava che hanno creando un tunnel attraverso la roccia. Una scoperta che potrebbe aprire numerose vie, al di là di quelle prettamente tecnologiche, dando risposte anche in ambito storico-geologico e perché no perfino sull’esistenza di vita aliena sugli altri pianeti, come Marte, dove si troverebbero delle caverne con strutture molto simili a quelle individuate sulla luna.
