Attenzione, nuova frode su WhatsApp: “Mamma, puoi depositare questi soldi?”

Scoppia un nuovo tipo di frode su WhatsApp, i truffatori si fingono i figli delle vittime e richiedono un bonifico per messaggio

Le frodi sul web sono un problema che si fa sempre più frequente. Ormai esistono migliaia di modalità per tentare di beffare qualcuno. Dalle e-mail in cui si richiede di cliccare un link – spesso per seguire la spedizione di un pacco -, fino a quelle emotive. Quest’ultime in particolar modo si concentrano sulla paura e sull’amore, due sentimenti opposti che, però, spingono le persone sentimentalmente più sensibili a reagire talvolta con impulsività. Alcune operano invitando a fare dei bonifici per evitare delle conseguenze peggiori, a volte fingendosi addirittura la banca della vittima. Altri puntano invece sulle varie situazioni familiari, presentandosi come un parente stretto.

Scoppia un nuovo tipo di frode su WhatsApp, i truffatori si fingono i figli delle vittime e richiedono un bonifico per messaggio
Nasce una nuova frode su WhatsApp (Pixabay) – Ansa Foto

Quest’ultimo è il caso di tre truffatori olandesi che sono stati arrestati dalla zona di polizia della Rivierenland a Mechelen con l’accusa, appunto, di “frode emotiva”. Le loro truffe avvenivano con pochi semplici messaggi. Si trattava di una forma di phishing in cui i sospettati fingono di essere il figlio o la figlia delle loro vittime inviando un messaggio. Il loro arresto è avvenuto lo scorso venerdì dopo un lungo inseguimento dovuto da alcuni movimenti sospetti della vettura per le vie della città. I tre uomini sono stati fermati e la macchina è stata perquisita fino in fondo.

Il racconto della polizia

Il poliziotto Elke Wauters, che ha partecipato alla perquisizione e alla cattura, ha confessato che dentro l’auto: “Sono stati trovati lettori di carte di diverse banche, quattro telefoni cellulari, cinque carte telefoniche prepagate e due carte bancarie appartenenti a persone diverse dai sospettati“. Portati in questura sono stati soggetti a ulteriori indagini che hanno portato poi alla scoperta di questa truffa online che andava avanti ormai da tempo. In uno dei telefoni cellulari sono stati trovati messaggi che dicevano: “Ehi mamma, questo è il mio nuovo numero. Il mio vecchio cellulare non funziona più. Può inviare un messaggio tramite WhatsApp…’“. Una scena ricorrente anche in altre chat.

Il racconto della polizia
I tuffatori si fingono i figli delle vittime (Pixabay) – Notizie.com

Nella fase successiva le persone hanno chiesto di effettuare un pagamento” – spiega ancora Wauters – “Una vittima di Gand è già stata identificata. L’elenco dei numeri di cellulare a cui sono stati inviati tali messaggi verrà ora ulteriormente indagato per identificare ulteriori vittime e aiutarli a recuperare i soldi“. Per quanto riguarda i colpevoli, si è scoperto che due di questi erano maggiorenni, mentre il terzo ancora minorenne. Quest’ultimo è stato rilasciato dopo l’interrogatorio, mentre i primi due hanno patteggiato condizioni differenti: “Una di queste era quella di non entrare nuovamente in Belgio“.

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