Un’indagine sugli adolescenti e sui loro stili di vita degli ha rivelato dati a dir poco preoccupanti sul rapporto tra i giovani e l’alcol.
Un’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, condotta da Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard con il supporto di Mediatyche Srl, ha rivelato dati preoccupanti sul rapporto tra giovani e alcol. Oltre il 75% degli intervistati tra i 13 e i 19 anni ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta, evidenziando un utilizzo dell’alcol principalmente come forma di sballo.
Nonostante una minoranza degli adolescenti beva alcol più volte alla settimana (meno del 15% dei maschi e circa il 10% delle femmine), la percentuale di coloro che si sono ubriacati almeno una volta è sorprendentemente alta. Tra questi, il 32% ammette di aver superato tale soglia più di tre volte. Questa tendenza sembra intensificarsi negli ultimi anni della scuola superiore, dove quasi la metà degli studenti ha sperimentato l’ubriachezza ripetute volte.
Interessante è la percezione del rischio associata all’alcol: solo poco più del 30% degli intervistati si dichiara “molto d’accordo” con l’affermazione che bere possa causare problemi alla salute. Ciò contrasta nettamente con la consapevolezza dei danni provocati dalle droghe sintetiche o dallo stress, suggerendo una sottovalutazione delle conseguenze a lungo termine dell’abuso alcolico.
Gianluigi Marseglia, direttore della Clinica pediatrica dell’Università di Pavia, sottolinea l’emergenza rappresentata dall’alcol tra gli adolescenti. Ogni fine settimana si registrano numerosi casi di intossicazione etilica presso il Pronto soccorso del Policlinico San Matteo a Pavia. Queste situazioni richiedono un impegno costante da parte dei pediatri e dei medici per sensibilizzare i giovani sui rischi legati all’abuso di sostanze alcoliche.
L’indagine rivela anche un’allarmante disinformazione riguardante l’alcol: mentre l’86% dei giovani riconosce le droghe sintetiche come altamente rischiose per la salute, solo il 33,9% attribuisce lo stesso livello di pericolosità all’alcool. Secondo Giada Giglio Moro, psicologa e psicoterapeuta milanese, è fondamentale colmare questa lacuna informativa considerando l’alcool a tutti gli effetti una droga.La soluzione proposta dagli esperti consiste nel promuovere azioni preventive sia online che offline per aiutare gli adolescenti a gestire meglio le loro emozioni e le sfide dello sviluppo personale senza ricorrere all’alcool come via d’uscita dai problemi. È essenziale fornire ai giovani gli strumenti necessari per affrontare le difficoltà in modo costruttivo ed evitare che sostanze come l’alcool diventino un falso rifugio nelle loro vite.