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Cronaca

Arabia Saudita, già superate le 100 esecuzioni dall’inizio dell’anno

Published by
Marco Ercole

Le ultime due esecuzioni in Arabia Saudita hanno fatto salire a cento il numero totale solo nel 2024, l’ESOHR accusa il governo

Il 2024 rischia di essere l’anno più sanguinoso per l’Arabia Saudita. Due giorni fa è stato eseguito l’ordine di a condanna a morte per due persone accusate per traffico di droga. Uccisioni che hanno portato il numero totale di esecuzioni solo nel 2024 ad almeno 106 riconosciute. L’agenzia di stampa ufficiale locale ha riportato l’annuncio reso noto dal ministero degli Interni. In questo si afferma che un cittadino arabo è stato giustiziato per traffico di anfetamine, mentre l’altro – di origine pachistane – per quello di eroina. Le esecuzioni per giri illeciti di sostanze stupefacenti erano state interrotte nel 2019, prima di essere riprese tre anni dopo, nel 2022.

L’Arabia Saudita ha superato le 100 esecuzioni nel 2024 (Ansa Foto) – Notize.com

In totale, secondo l’Afp, 7 delle 106 condanne a morte sono arrivate per reati strettamente legati alla droga. A rendere noti questi dati è l’Organizzazione europeo-saudita per i diritti umani. Questi, tramite un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, hanno specificato che la media sarebbe quella di un’esecuzione quasi ogni due giorni. La loro condanna mira a dimostrare: “L’insistenza del governo saudita nell’utilizzare ampiamente la pena di morte, violando in questo modo le leggi internazionali e quelli che erano i suoi impegni ufficiali”. Un attacco mosso e seguito da ulteriori accuse.

Situazione in peggioramento: l’accusa dell’ESOHR

L’ESOHR ritiene che il monitoraggio del tasso di esecuzioni in Arabia Saudita riveli il vero stato dei diritti umani nel Paese. Gli stessi diritti che il governo tenta di oscurare attraverso l’insabbiamento, la manipolazione e l’occultamento delle informazioni. L’organizzazione ha documentato le gravi violazioni subite dai detenuti con accuse di droga, tra cui tortura, maltrattamenti e negazione di adeguati diritti di difesa. Il diritto internazionale stabilisce – sottolinea ancora l’ESOHR – che la pena di morte dovrebbe essere limitata alle accuse di omicidio intenzionale. Questo, tra l’altro, solo al termine di processi che soddisfino tutte le condizioni di equità.

L’ESOHR fa appello al diritto internazionale (Ansa Foto) – Notizie.com

Una situazione di gran lunga differente rispetto a quanto sta accadendo da anni in Arabia Saudita. Se il 2024, infatti, potrebbe rivelarsi l’anno peggiore di tutti, nei precedenti le cose non sono andate tanto alla leggera. Nel 2023, le autorità hanno eseguito la condanna a morte di almeno 170 persone, tra cui 33 accusate di reati legati al terrorismo. Nel 2022, ne sono state commesse addirittura 196 esecuzioni, il numero più alto mai documentato nel paese in 30 anni (e che quest’anno potrebbe essere superato). Un dato triplicato rispetto al 2021 e sette volte superiore a quello del 2020. L’impressione è che il mancato intervento in una situazione di totale anarchia potrebbe essere individuabile nel fatto che l’Arabia Saudita ha costantemente utilizzato vaghe accuse di terrorismo contro i detenuti politici, insabbiando la verità.

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Marco Ercole