La Disney sarebbe stata vittima di un’operazione di hackeraggio volta a combattere l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale
Ombre e timori si aggirano nel quartier generale di Disney. La nota casa di produzione cinematografica statunitense sarebbe finita nel mirino di potenti hacker. Questi apparterrebbero a un gruppo chiamato Nullbulge che si presenta come ‘protettore dei diritti degli artisti’. L’accusa mossa sarebbe quella di una cattiva gestione dei contratti degli artisti, del suo uso dell’Intelligenza Artificiale e del suo chiaro disprezzo per i consumatori. A comunicarlo sarebbero stati gli stessi ai microfoni della BBC, rivendicando questa operazione di hackeraggio che sarebbe arrivata a toccare anche database molto importanti. Questi dichiarano di voler operare per il bene della creatività.
Stano alle loro dichiarazioni, sono soliti prendere di mira chiunque ritengono stia danneggiando le industrie creative, tramite l’utilizzo di contenuti generati dall’IA. Vedono nella nuova frontiera della tecnologia un male per l’unicità dell’essere umano e della sua fantasia e lo accomunano a un furto. Hanno poi aggiunto di aver voluto far trapelare alcuni documenti, perché non credevano che la Disney potesse realmente smettere di utilizzare l’Intelligenza Artificiale una volta ricevute le loro minacce. Considerano la loro una missione etica e si definiscono: “hacktivisti russi“. La Russia, d’altronde, è territorio di grandi hacker che spesso operano per ottenere importanti ritorni economici.
Effettivamente la preoccupazione tra i produttori di pensiero c’è, è concreta e reale. L’idea che un computer possa in qualche modo minare il loro lavoro li pone in una posizione ostile non allo sviluppo, ma alla sostituzione dell’uomo con macchine che, ideologicamente, non possono eguagliare l’uomo. In tal senso si esprime anche Nullbulge. Questi, muovendosi con mezzi che superano i limiti posti dalla legge e quindi illegali, provano a mettere con le spalle al muro chiunque provi a mettere in discussione la qualità del lavoro umani, privilegiando la macchina. Con gli stessi termini dell’intervista rilasciata in forma anonima alla BBC, scrivono sul loro sito web i seguenti concetti:
“I nostri hack non sono fatti con cattiveria, ma per punire chi viene sorpreso a rubare. Lavoreremo per sviluppare e implementare soluzioni che proteggano i diritti e il sostentamento degli artisti nell’era digitale“. Ma in tutto questo caos, la Disney cosa sta facendo? Ignorando gli avvisi – o per lo meno non proferendo parola al riguardo – sottolineano ai media che stanno lavorando per individuare i responsabili. Sono in corso della indagini che hanno come obiettivo quello di approfondire la questione, capendo la gravità del danno, prima di procedere con la ricerca concreta dei colpevoli.