Pelle viva sui robot per farli sorridere: la nuova invenzione arriva dal Giappone

In Giappone è stato trovato un modo per applicare la pelle umana ai robot per permettergli di fargli fare un sorriso

Ogni giorno che passa la tecnologia fa un passo nel futuro con scoperte che renderanno il mondo sempre più tecnologico e virtuale, ma meno umano. O meglio, l’aspetto umano sul quale si sta tentando di lavorare, non è basato su altro che su illusione e funzione. Una realtà per la quale funge da testimonianza l’ultima scoperta fatta in Giappone. Qui alcuni scienziati originari di Tokyo sono riusciti a trovare un modo per attaccare il tessuto cutaneo vivente ai volti robotici e farli sorridere. Attraverso dei movimenti della struttura metallica sottostante, questi riescono a fingere un sorriso come fosse quello di un vero essere umano.

Pelle viva sui robot per farli sorridere: la nuova invenzione arriva dal Giappone
In Giappone hanno applicato una pelle ai robot (Pixabay) – Notizie.com

I ricercatori dell’Università di Tokyo sono partiti coltivando alcune cellule della pelle umana, per poi unirle dandogli la forma di un viso. Fatto questo lo hanno attaccato al robot, utilizzando attaccamenti incorporati simili a legamenti, e riuscendo a ottenere un risultato incredibile. Non si può nascondere però, come riportano i media locali, quanto questo sorriso si riveli inquietante alla vista. In questo senso, saranno sicuramente necessari anche alcuni accorgimenti, ma si tratta di un passo avanti importante, come rivela il ricercatore capo Shoji Takeuchi: “Verso la costruzione di robot più realistici in un futuro molto vicino“.

Lo studio di Takeuchi e l’obiettivo di superare l’Uncanny Valley

Lo studio e tutte le analisi sono state pubblicate il mese scorso da Cell Reports Physical Science. Si tratta del risultato di un lavoro durato anni, condotto dallo stesso Takeuchi e dal suo staff, iniziato nel suo laboratorio con lo scopo di combinare al meglio macchine biologiche e artificiali. Stando a quanto scrivono, i tessuti viventi presentano numerosi vantaggi rispetto ai metalli e alla plastica. Questi garantiscono una maggiore efficienza energetica del cervello e dei muscoli, oltre alla capacità della pelle di autoripararsi. Si tratta chiaramente di una prima soluzione, ma che offre le basi di uno sviluppo che verrà portato avanti nei prossimi anni.

Lo studio di Takeuchi e l'obiettivo di superare l'Uncanny Valley
I robot ora possono sorridere (Pixabay) – Notizie.com

Attaccando questi attuatori e ancoraggi, è diventato possibile manipolare la pelle vivente per la prima volta” – dice Takeuchi, il quale ha poi aggiunto – “C’è ancora un po’ di inquietudine. Penso che creare robot con gli stessi materiali degli esseri umani e far sì che mostrino le stesse espressioni potrebbe essere una chiave per superare la Uncanny Valley”. Quest’ultima corrisponde a una teoria ideata Masahiro Mori, nel 1970. Questa sostiene che la sensazione di familiarità e di piacevolezza generata da robot possa aumentare al crescere della loro somiglianza con la figura umana, fino ad un punto in cui l’estremo realismo rappresentativo produce però un brusco calo delle reazioni emotive positive. Questo avverrebbe a causa della non concreta realisticità, destando sensazioni spiacevoli come repulsione e inquietudine paragonabili al perturbamento.

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