E’ giallo sul macabro ritrovamento, di ossa umane in una sacrestia

E’ giallo su alcune ossa umane ritrovate in una vecchia sacrestia nel vicentino il parroco Don Zago ignora a chi possano appartenere

In una piccola comunità di Gallio, nel Vicentino, il ritrovamento di un teschio e alcune ossa nella vecchia sacrestia ha scatenato un vero e proprio giallo che tiene con il fiato sospeso gli abitanti del luogo. Don Federico Zago, parroco della località, si trova al centro di questa storia intricata che sembra uscita da un romanzo d’altri tempi.

Resti ossei in sagrestia
Resti ossei trovati in una sagrestia nel vicentino-Ansa-Notizie.com

La scoperta è avvenuta in circostanze quasi casuali durante il Giovedì Santo dello scorso anno. Da quel momento, la comunità locale si è trovata a fare i conti con un mistero che sembra non voler trovare soluzione. Le ossa, secondo quanto emerso dagli esami del medico legale, appartengono a una donna di circa cinquant’anni scomparsa tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta.

Ossa ritrovate in sagrestia: solo ricordi sfumati e ipotesi

Don Zago ha cercato risposte tra gli anziani del paese, custodi della memoria storica locale. Emergono racconti di una donna scomparsa nei lontani anni Cinquanta e ritrovata poi dai boscaioli nella Val Stagna. Tuttavia, nessun collegamento diretto sembra legare questo episodio alle ossa ritrovate nella sacrestia.

Ipotesi sui resti ossei della sagrestia
Resti ossei e ipotesi-Ansa-Notizie.com

Il primo sorpreso dal macabro ritrovamento è stato lo stesso don Federico: “Il primo a esserne sorpreso sono io”, ha dichiarato al riguardo. Inizialmente si pensava potessero appartenere a qualche caduto della Prima guerra mondiale vista la storia della zona circostante Gallio, ma le ipotesi sono state presto superate dai fatti. Nella ricerca di qualche indizio che potesse fare luce sul mistero, don Zago ha esaminato senza successo la cronistoria parrocchiale: nessun riferimento o annotazione sembra riguardare il caso in questione. La comunità rimane così avvolta nel dubbio e nell’incertezza.

L’ipotesi più accreditata al momento è quella di una serie di coincidenze sfavorevoli che hanno portato all’oblio delle ossa ritrovate: forse consegnate al parroco dell’epoca da qualcuno che le aveva trovate per poi essere dimenticate in un angolo della sacrestia senza alcuna intenzione oscura. Mentre Gallio vive giorni di attesa e speculazione sulla possibile identità dei resti umani trovati nella sua vecchia sacrestia, tutti sperano che gli esami del DNA possano presto offrire risposte concrete su questo enigma che tocca profondamente la comunità locale. Don Federico conclude con una nota di speranza: l’auspicio è quello che anche quest’anima possa trovare finalmente pace attraverso una “degna sepoltura”, chiudendo così un capitolo oscuro ma affascinante della storia locale.

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