A seguito di nuovi studi condotti sul meccanismo molecolare della leucemia nei pazienti pediatrici, sono in arrivo importanti cambiamenti…
Uno studio internazionale di punta, con a capo l’Italia e in particolare l’Università Sapienza di Roma, ha portato alla scoperta di un nuovo meccanismo molecolare che sta alla base di una delle forme di leucemia più comuni tra i bambini. Questa ricerca rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della malattia e apre la strada a nuove possibilità terapeutiche.
La leucemia linfoblastica acuta (LLA) è un tipo di tumore del sangue aggressivo che colpisce principalmente i linfociti T, bloccandoli in uno stato immaturo. Questa condizione rappresenta circa il 60% delle leucemie acute nei bambini. La ricerca ha evidenziato come anomalie genetiche impediscono ai precursori delle cellule T di differenziarsi correttamente nel timo, causando una proliferazione cellulare incontrollata che porta alla malattia.
Leucemia: il ruolo cruciale del sistema Notch
Il team internazionale ha scoperto che nel 60% dei pazienti affetti da LLA-T sono presenti mutazioni che causano un’iperattività del sistema Notch, contribuendo così alla resistenza alle terapie chemioterapiche tradizionali. Questo rende imperativo trovare nuovi metodi per contrastare l’effetto del sistema Notch sulla progressione della malattia.
L’esito dello studio è frutto dell’impegno congiunto tra il Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza e il Dipartimento di Medicina molecolare, insieme a prestigiose istituzioni internazionali come la Weill Cornell Medicine di New York e numerose altre entità italiane. La ricerca si è concentrata sulla proteina Notch e su come essa influenzi i meccanismi epigenetici regolando il recettore CXCR4 attraverso specifici microRna.
Grazie all’utilizzo di tecniche avanzate e modelli transgenici per il gene Notch3, gli scienziati sono riusciti a delineare molte caratteristiche molecolari e cellulari della LLA-T. I risultati ottenuti non solo migliorano la comprensione della malattia ma suggeriscono anche l’utilizzo dei microRna coinvolti come biomarker per monitoraggi più precisi e strategie terapeutiche innovative. Maria Pia Felli, autrice principale dello studio, sottolinea l’importanza del contributo fornito dai giovani ricercatori italiani e stranieri coinvolti nel progetto. La loro dedizione ha reso possibile realizzare esperimenti complessivi cruciali per lo sviluppo dello studio. Ogni autore ha apportato una competenza specifica essenziale per il successo dell’iniziativa.
Questo lavoro segna un importante progresso nella battaglia contro la leucemia linfoblastica acuta nei bambini. Apportando nuova conoscenza sulle dinamiche molecolari della malattia, offre speranza per lo sviluppo futuro di trattamenti più efficaci ed efficientemente mirati contro questa grave patologia pediatrica.