Il Governo impugna la legge della Puglia, si parla del tema delle vaccinazioni e dell’obbligo di comunicazione.
Il dibattito sulla vaccinazione contro il Papillomavirus umano (Hpv) si intensifica in Italia, con il Governo che ha recentemente preso una posizione decisa contro una legge regionale della Puglia. Questa normativa, unica nel suo genere, aveva introdotto l’obbligo per i giovani tra gli 11 e i 25 anni di comunicare lo stato vaccinale per potersi iscrivere a scuola o all’università.
La legge n. 22 del 30 maggio 2024, emanata dalla Regione Puglia, mirava a incrementare la copertura della vaccinazione anti-Hpv attraverso l’introduzione di requisiti specifici per l’iscrizione agli istituti d’istruzione. Secondo questa normativa, gli studenti appartenenti alla fascia d’età indicata avrebbero dovuto presentare documentazione attestante la vaccinazione contro l’Hpv o un formale rifiuto da parte dei genitori o degli interessati stessi se maggiorenni.
Il contrasto con la normativa statale ed europea
Il Consiglio dei ministri, guidato dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha identificato nella legge pugliese elementi di contrasto con le disposizioni vigenti a livello nazionale ed europeo. La decisione di impugnare tale normativa è stata motivata dalla violazione degli articoli 3, 34 e 117 della Costituzione Italiana. In particolare, si sottolinea come la legge regionale interferisca con principi fondamentali quali l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e il diritto all’istruzione.
L’intervento del Governo solleva questioni importanti riguardanti non solo la gestione delle politiche sanitarie a livello regionale ma anche il diritto all’autonomia delle Regioni nell’impostare strategie preventive specifiche. La scelta di rendere obbligatoria la comunicazione dello stato vaccinale anti-Hpv ai fini dell’iscrizione scolastica rappresentava un tentativo audace da parte della Regione Puglia di affrontare direttamente le patologie correlate al virus Hpv.
La vicenda mette in evidenza il delicato equilibrio tra le esigenze di salute pubblica e i diritti individuali nel contesto delle politiche preventive. Mentre alcuni sostengono che misure come quella adottata dalla Puglia possano contribuire significativamente alla riduzione dell’incidenza delle malattie correlate al Papillomavirus umano, altri ritengono che tali interventi debbano essere valutati attentamente in termini di proporzionalità e necessità.
L’esito della controversia tra Governo e Regione Puglia sarà determinante non solo per il futuro della legislazione sull’Hpv ma anche per delineare i confini dell’autonomia regionale in materia sanitaria. È auspicabile che si giunga a una soluzione che concili le esigenze di tutela della salute pubblica con il rispetto dei principî costituzionalmente garantiti, promuovendo al contempo campagne informative capaci di sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici derivanti dalla vaccinazione anti-Hpv.