Aveva finto di essere vittima di un terremoto: arriva la decisione del tribunale

Un uomo ha pubblicato sul proprio profilo social un post dicendo di essere vittima di un terremoto, ma era solo un falso

I social sono un mezzo potente, ma anche pericoloso. Tutto dipende dall’uso che ne viene fatto, come per ogni cosa. Prendendo ad esempio quanto accaduto lo scorso 2 gennaio in Giappone, più precisamente a Yashio, nella prefettura di Saitama, abbiamo modo di osservare entrambe le facce della medaglia. Negli scorsi giorni, come spesso avviene nell’isola asiatica, un terremoto ha messo a dura prova la resistenza della città nipponica. Molti i danni ingenti, tante le vittime e gli sfollati. Le autorità hanno quindi deciso di utilizzare i social network per favorire le operazioni di soccorso. Mandando un messaggio o pubblicando un post nel quale si chiede aiuto, diviene ancor più facile intervenire.

Aveva finto di essere vittima di un terremoto: arriva la decisione del tribunale
Un uomo manda una finta richiesta d’aiuto solo per avere più fama (Pixabay) – Notizie.com

Un volto dei social network utile e importante, che se non fa la differenza, quanto meno rende più semplici gli interventi di vigili del fuoco e ambulanze in una situazione critica. Nello stesso contesto, però, si è rivelato anche il lato più oscuro di questo mezzo. A farlo è stato un uomo di 25 anni, Ryodai Kanamaru. Questo è stato arrestato con l’accusa di aver rallentato inutilmente le operazioni di soccorso. A quale scopo? Semplicemente quello di avere più fama sul proprio profilo e attirare su di sé l’attenzione di tutti gli utenti a livello nazionale.

Una richiesta d’aiuto falsa solo per avere più commenti

Ma cosa ha fatto Kanamuru? Secondo quanto riportano le redazione locali, questo avrebbe pubblicato almeno dieci post in cui sottolineava con insistenza la necessità di ricevere dei soccorsi. Il venticinquenne, più precisamente, aveva scritto che la sua casa era crollata e che, insieme alla sua famiglia, aveva bisogno urgente di essere aiutato. Quando però i pompieri si sono recati sul posto, hanno visto che l’abitazione era ancora in piedi e che nessuno all’interno era realmente in pericolo. Dopo aver chiesto conferme ai residenti del quartiere, hanno denunciato l’uomo. In seguito alle indagini e al suo arresto sono venute a galla molte verità.

Una richiesta d'aiuto falsa solo per avere più commenti
La polizia ha deciso di arrestarlo, ma no era l’unico (Pixabay) – Notizie.com

Tra queste lui stesso, durante l’interrogatorio in centrale, avrebbe confessato di averlo fatto per una questione di fama: “Volevo approfittare del terremoto per attirare l’attenzione sui miei post e convincere molte persone a rispondere“, avrebbe detto alla polizia. Come se non bastasse, si è venuto a sapere che l’indirizzo indicato sui social non era il suo. Questo, infatti, aveva cercato su Internet un luogo che poteva realmente esser stato colpito dalla forte scossa, così da rendere il tutto ancor più credibile. Secondo una società di analisi dei social media, quello di Kanamuru però era solo uno fra i tanti post falsi, a conferma di quanto il potenziale dei social venga costantemente sprecato.

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