Il Ministro degli Esteri è intervenuto questa mattina sull’inasprimento della situazione tra Israele e Hezbollah e si è mostrato preoccupato per gli ultimi accadimenti in Libano
Si è fatta nuovamente calda la situazione in Medio Oriente a seguito delle minacce di pesanti ritorsioni da parte di Israele che accusa il movimento Hezbollah del Libano di essere responsabile dell’attacco, avvenuto con un razzo iraniano Falaq-1, nonostante il gruppo alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran avrebbe comunque negato qualsiasi coinvolgimento e quindi responsabilità nell’accaduto.
L’attacco mortale dal Libano che ieri ha ucciso 12 bambini e adolescenti drusi in un campo di calcio a Mjdal Shams, sulle alture del Golan, avrebbe convinto Israele a un’azione di rappresaglia che potrebbe innescare i timori di un’ulteriore escalation della guerra in Medio Oriente. Ecco perchè, proprio in queste ore tutte le diplomazie occidentali sono al lavoro per cercare di limitare le conseguenze di un’eventuale azione di ritorsione.
Fermare l’escalation
E’ tornata prepotentemente a infiammarsi la situazione, dopo il presunto attacco Hezbollah in un campo di calcio in Libano che ha ucciso 12 bambini intenti a giocare a pallone. Un attacco che ha irritato non poco Israele che sarebbe pronto a un’azione di rappresaglia. Sulla vicenda e sull’intensa attività diplomatica di questi giorni, decisa a evitare una pericolosa escalation, a margine della conferenza in cui ha annunciato una serie di iniziative che Forza Italia ha in atto a favore della situazione delle carceri italiane, è intervenuto ai microfoni di Notizie.com il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Noi stiamo lavorando costantemente per una de escalation, stamane infatti ho dedicando buona parte della mia attività a diminuire i contrasti, ho avuto lunghi colloqui con i ministri degli Esteri di Libano e Israele sulla necessità di evitare un’escalation. Questo è l’impegno dell’Italia, stiamo facendo tutto il possibile secondo le nostre possibilità. Ho parlato con i Ministri di Israele Israel Katz e del Libano Bou Habib per evitare una nuova guerra”, ha aggiunto Tajani, secondo il quale però “interrompere la spirale di violenza è possibile. Il governo è impegnato per la pace e la stabilità, anche attraverso il contingente italiano Unifil per il quale ho chiesto protezione. Il rispetto della risoluzione Onu 1701 è cruciale”.
Preoccupa il nostro contingente militare
L’Italia da anni ha un proprio contingente di uomini dispiegato in quelle zone così calde, sempre con l’intento di creare un cuscinetto di pace per salvaguardare l’incolumità della popolazione locale. “Seguiamo con grande attenzione non soltanto i nostri 1200 militari che addestrano le forze armate libanesi, ma anche i 3000 italiani”, ha spiegato ancora il Ministro, “Siamo pronti a qualsiasi evenienza nel caso in cui, e ci auguriamo che non accada, la situazione dovesse peggiorare. Ci impegnano a fare tutto ciò che serve per tutelare l’incolumità degli italiani che vivono in Libano. Certamente oggi invitiamo gli italiani che sono in Libano alla massima prudenza. Chi può rientrare lo faccia. Sconsigliamo nella maniera più ferma di andare in quel Paese fin quando la situazione è così complicata”, ha concluso Tajani.